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Fare impresa: ecco 6 idee di business da oltreoceano

Sono idee d’impresa nate oltreoceano ma potrebbero tranquillamente essere state concepite sotto il duomo di Milano o ai Fori Imperiali. Sono idee d’impresa tecnologica, idee basate sul concetto “risolvi un problema alle persone e farai business”. E’ davvero così? Non sempre, perché di mezzo ci sono molti altri passaggi prima di poter parlare effettivamente di “impresa” profittevole. La rivista online Entrepreneur ha interpellato sei tra imprenditori e amministratori delegati di imprese tecnologiche USA di successo e ha chiesto loro quale sarebbe l’azienda che aprirebbero domani: ne esce una galleria di idee originali, da cui prendere sicuramente spunto.

Sos Email

«Impiegare troppo tempo a leggere email fa male, ma lo facciamo tutti –  dice Greg Cohn, co-fondatore e CEO di Burner – tanto che qualcuno di noi potrebbe farsi incidere “casella di posta in arrivo zero” sulla propria lapide». Piuttosto che cercare di bandire l’e-mail, però, o sperare di sostituirla con qualche altro strumento «vorrei – dice Cohn – che qualcuno semplicemente realizzasse una casella di posta più intelligente, una che inglobi e-mail e le cose importanti che contengono, le organizzi conversazioni e le sposi a progetti, chat , file, cose da fare ed eventi in modo intelligente».

Database di prodotti di largo consumo

«Mi piacerebbe vedere qualcuno creare un database completo e un sistema di classificazione per prodotti di largo consumo», afferma Kohl Crecelius, co-fondatore e CEO di Known Supply. «Idealmente, questo database dovrebbe essere ricercabile attraverso la scansione dei codici a barre sui prodotti. Ci hanno già provato in molti a realizzarlo, ma non sono mai riusciti a immetterlo sul mercato. Un database del genere aiuterebbe molti marchi emergenti a ottenere maggiore visibilità».
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“Siri per gli affari”

«Lo chiamerò ‘Siri per gli affari’. Immagina se ci fosse un’app che ti consente di chiedere un consiglio di business 24 ore al giorno, gratuitamente». L’idea è di Lana Hansen, COO di Ban.do. «Abbiamo accesso a innumerevoli risorse –  spiega Hansen – ma dobbiamo costantemente navigare tra diverse sorgenti d’informazioni. Avere un mentore digitale a portata di mano per valutare più situazioni e consolidare tutto in un’unica risposta perfetta sarebbe un sogno». A questo “Siri per gli affari” potremmo chiedere qualsiasi cosa: dai consigli per scalare un business alle raccomandazioni HR e altro ancora. «Questo potrebbe sicuramente toglierci alcune notti insonni», dice Hansen.

Predittore del successo di un prodotto

«Pagherei generosamente per qualcosa che possa predirre il successo di un prodotto»: è poco più di una provocazione (pur molto affascinante), l’idea di business proposta a Entrepreneur da Suzanne Miglucci, CEO e presidente di Charles & Colvard. «Una macchina del tempo che ci permetterebbe di andare avanti il giusto spazio di tempo per vedere se un prodotto di nuova concezione avrà successo o sarà invece un flop». «Con una macchina del genere – dice Miglucci – potremmo ottimizzare le nostre strategie go-to-market. Tuttavia le prove e le tribolazioni dello sviluppo del prodotto sono parte del divertimento e della sfida, giusto?».

Un tracker della felicità

«Le persone sono felici? Soddisfatte del loro lavoro? Sopraffatte? Stressate? In qualità di leader – spiega Harry West, CEO di Frog – Gestiamo “camminando”, lanciamo sondaggi e guardiamo al nostro team delle risorse umane per infondere morale ai dipendenti, ma vorrei che avessimo una migliore percezione del loro stato d’animo in tempo reale». Harry West  la chiama App Smart Empathy e a suo parere «darebbe una lettura immediata di come le persone si sentono. L’obiettivo finale sarebbe per noi prendere decisioni più rapide, intelligenti e più empatiche che considerino la felicità dei dipendenti come una vera metrica aziendale. Se rilevassimo un problema, saremmo in grado di rispondere più rapidamente».

Aggregatori sociali

«Come marchio di mobili online – spiega Christiane Lemieux, fondatrice e CEO, The Inside – dobbiamo raggiungere i potenziali clienti in modo mirato. Facebook e Instagram sono così grandi ora, il sistema di consegna dei messaggi sui social media è inondato di contenuti. Voglio invece poter ispirare le persone visivamente, in un modo focalizzato sul settore. Su Instagram, puoi seguire un hashtag come #interiordesign, ma le persone possono pubblicare qualsiasi cosa sia correlata o meno». Come fare dunque per raggiungere questo obiettivo di focalizzazione? Secondo Lemieux abbiamo bisogno di una nuova piattaforma sociale con tecnologia di riconoscimento delle immagini per «raggruppare i contenuti in modo significativo».
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