Un esodo iniziato in fretta e furia, dopo che il 9 ottobre la Turchia ha iniziato la preannunciata operazione militare nel nordest della Siria contro i curdi siriani accusati dal governo di Ankara di essere un gruppo terroristico. Molti civili che abitano le zone di confine tra Turchia e Siria, e in particolar modo quelle attorno alla città di Ras al Ayn, da dove è iniziata l’offensiva turca, hanno così cercato di allontanarsi in fretta e furia dalle violenze e scappare verso sud.
La ong Osservatorio siriano dei diritti umani parla di almeno 15 morti, tra cui 8 civili a causa dei raid aerei turchi che, denunciano i curdi, stanno colpendo aree abitate. Un’operazione che ha già ricevuto la condanna dei principali Paesi europei e che però prosegue ininterrotta, nonostante l’Unione abbia minacciato di “tagliare i finanziamenti ad Ankara”.
Medici Senza Frontiere ha lanciato l’allarme e chiede attenzione e rispetto per il diritto internazionale umanitario, per garantire la protezione dei civili, degli ospedali, delle ambulanze e del personale medico e umanitario. Gli scatti dei civili in fuga dalle loro case, i beni più importanti stretti tra le mani, hanno subito fatto il giro del mondo.Salvini e gli attentati di Halle: “Il terrorismo islamico resta è più pericoloso”