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Strage di Brandizzo, si fa largo un inquietante sospetto: scena alterata dopo l’incidente

Proseguono in maniera serrata le indagini volte a stabilire l’esatta dinamica dell’incidente ferroviario che ha provocato una strage a Brandizzo, in Piemonte. Gli occhi degli inquirenti e dell’opinione pubblica sono tutti puntati su Antonio Massa, il caposquadra ora indagato perché avrebbe dato il via ai lavori sulla linea senza avere ottenuto le necessarie autorizzazioni. Ad inchiodare Massa ci sono la testimonianza di una dipendente di Rfi, il video girato dal collega poi morto Kevin Laganà e un altro filmato ripreso da una telecamera di sorveglianza. Di fronte a questo muro di accuse Massa non ce l’ha fatta ed è crollato rilasciando una confessione sulle sue responsabilità. Ma la procura di Ivrea indaga anche su una possibile alterazione della scena avvenuta dopo l’incidente effettuata attraverso l’attivazione del cosiddetto “dob”.
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Incidente Brandizzo, proseguono le indagini: cos’è il “dob”

Secondo alcune indiscrezioni, infatti, gli inquirenti sospettano che qualcuno possa aver attivato un dispositivo di sicurezza sulla linea, chiamato “dob”, che prima dell’incidente di Brandizzo non c’era. Questo fatto, gravissimo se provato, si sarebbe verificato pochi minuti dopo l’impatto del treno merci con i corpi dei cinque poveri operai.

Simulando il passaggio di un treno, il “dob” fa scattare il semaforo rosso. E i macchinisti hanno sempre detto che era verde e di non aver avuto indicazione che dovessero esserci dei lavori su quel binario. L’ipotesi investigativa è dunque che qualcuno possa aver alterato di proposito la scena dell’incidente forse per depistare le indagini.

Per avere maggiori certezze sulla dinamica dell’incidente, oggi la procura conferirà ad un perito l’incarico di estrarre la memoria di uno dei tablet utilizzati dai conducenti del treno. Saranno esaminati anche due “registratori degli eventi di marcia e di condotta”, una specie di “scatola nera” presente anche sul treno protagonista dell’incidente di Brandizzo. Accertamenti anche sui resti dei telefoni cellulari di alcune delle vittime, anche se sono stati quasi distrutti dall’impatto.
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