Vai al contenuto

Incidente in Lamborghini, l’indiscrezione: “Gli youtuber non hanno chiamato i soccorsi”

Proseguono le indagini sull’incidente di Casal Palocco dove ha perso la vita un bambino di cinque anni, investito insieme alla mamma e alla sorellina da un Suv Lamborghini a bordo del quale viaggiava un gruppo di youtuber conosciuto come TheBorderline. Secondo quanto si apprende nelle ultime ore, pare infatti che gli youtuber non avrebbero chiamato i soccorsi quando sono scesi dalla loro auto subito dopo il dramamtico incidente.
Leggi anche: TheBorderline, il doppio sorpasso prima dell’incidente mortale ripreso in un video

incidente Lamborghini youtuber soccorsi

Incidente in Lamborghini: gli youtuber non avrebbero chiamato i soccorsi

Dunque, secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera, nessuno dei cinque ragazzi che si trovavano all’interno del Suv Lamborghini avrebbe telefonato al 118 per richiedere l’intervento immediato dei soccorsi sul luogo dell’incidente a Casal Palocco. Anzi, secondo il racconto fatto da alcuni testimoni, alcuni degli youtuber si sarebbero persino messi a ridere e a girare video con i loro telefonini.
Leggi anche: Milano, la terribile morte di una ciclista: travolta da una betoniera

A parte questa indiscrezione sul fatto che gli youtuber non avrebbero chiamato i soccorsi dopo aver probabilmente provocato l’incidente con la Lamborghini, ci sono altre notizie sul caso. I magistrati di Roma hanno deciso di affidarsi per una perizia a Lucio Pinchera, l’esperto di ingegneria forense che nel 2020 con la sua perizia sconfessò il figlio del regista Paolo Genovese sulla velocità alla quale viaggiava la sua auto che travolse e uccise due ragazze a corso Francia, sempre nella Capitale.

Leggi anche: Casal Palocco, la verità sull’incidente: ecco a che velocità viaggiava il Suv Lamborghini
Leggi anche: TheBorderline, la decisione del giudice su Matteo Di Pietro: “Arresti domiciliari”

Secondo l’accusa lo youtuber che era alla guida della Lamborghini, Matteo Di Pietro, stava viaggiando a 110 chilometri all’ora al momento dell’incidente con la Smart. Circostanza negata con forza dalla difesa del 20enne secondo cui non avrebbe mai superato gli 80 all’ora. Anche se in quel tratto di strada il limite è fissato a 30 chilometri all’ora. E sarà proprio Pinchera adesso a dover sciogliere questo e altri nodi dell’inchiesta, compreso quello sui soccorsi non chiamati.
Leggi anche: TheBorderline, lo zio e avvocato assolve Matteo Di Pietro: “Tutta colpa della mamma di Manuel”