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Incidente stradale a Roma, la mamma bugiarda sfida i giudici: “Le accuse del pm? Sono fatti nostri”

A Roma qualche mese fa un ragazzo di appena 18 anni, senza patente, aveva preso l’auto di lusso appena comprata dalla madre, una Bmw X4 M Competition da 510 cavalli, e si era messo a girare ad alta velocità per le strade della Capitale. Quasi inevitabile la perdita di controllo del veicolo che ha investito e ucciso un pedone in zona Tor Bella Monaca. Dopo l’incidente la madre del 18enne, accorsa sul posto, si era inventata una gigantesca bugia che però non le costerà il processo. Anzi, ora la donna, intervistata da Repubblica, si permette anche di lanciare una sfida ai giudici.
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Roma incidente madre sfida giudici

Incidente Roma: la madre dell’investitore sfida i giudici

Secondo quanto ricostruito dal consulente della procura di Roma, l’ingegnere Mario Scipione, il 18enne senza patente che ha provocato la morte del passante 29enne Emmanuele Cleber Catananzi, aveva preso una curva a velocità troppo alta finendo per sbandare con la Bmw colpendo a morte Catananzi e andando infine a schiantarsi contro altre quattro autovetture parcheggiate. È a quel punto che è entrata in scena la madre che prima ha mentito cercando di addossarsi la responsabilità di quanto accaduto. E ora sfida i giudici.

“Guidavo io la macchina”, ha detto subito agli inquirenti la madre del 18enne senza patente. Peccato però che alla terribile scena dell’incidente a Roma avessero assistito diversi testimoni che hanno poi smentito questa versione. La donna in questo modo ha cercato di allontanare le gravi responsabilità dal figlio. Ma il tentativo è fallito. Ora però la madre dell’investitore rincara la dose.

“Mio figlio non c’entra niente. Viene qui sotto per rompere le scatole a me. – la madre del ragazzo responsabile dell’incidente di Roma replica così al giornalista – Prima di tutto il nome mio di mio figlio non lo mette sul giornale. E poi quello che dite voi e quello che dice la procura a me non interessa. C’ero io alla guida dell’autovettura. Ci stanno i fatti, c’è l’avvocato e il verbale in cui dico che stavo guidando io. Io non sto coprendo nessuno. Io non sono l’eroina che cerca di mettere al sicuro il figlio. Io nemmeno correvo perché ero appena partita”, conclude ribadendo la sua sfida ai giudici.
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