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Le mani del governo sull’Inps: addio indipendenza storica, ecco il cda di nominati

Con il decreto del governo per attuare “Quota100” l’Inps torna nella mani della politica e perde la sua indipendenza. I gialloverdi rimettono in piedi un Consiglio di amministrazione nominato dal governo stesso: verrà così cancellata una conquista, l’indipendenza dell’Inps dalla politica, ottenuta quindici anni fa anche grazie all’allora ministro del Lavoro, Roberto Maroni (Lega). Insomma un’altra riforma buona che viene smontata dai populisti poltronisti.

Significa che ogni nuovo governo si potrà quindi comportare da “dittatore” e fare, disfare e controllare tutto. Nelle democrazie che funzionano non servono i dittatori, ma pesi e contrappesi per evitare la tirannia della maggioranza, cioè per evitare che il 51% degli elettori possa fare ciò che vuole “contro” l’altro 49%.

Affidare l’Istituto a dei tecnici che siano indipendenti dalla politica di tutti i giorni è fondamentale. È chiaro che la politica pensionistica va decisa in Parlamento, ma un controllo tecnico indipendente è essenziale perché i cittadini di domani non siano truffati sottobanco dagli elettori di oggi, magari senza rendersene conto dato che queste questioni sono complesse.

Immaginate un altro organo indipendente come la Bce (Banca centrale europea) guidata direttamente da un ministro tedesco come Schäuble o da un ministro greco come Varoufakis… O la politica monetaria americana decisa ogni mattina da un cinguettio furente di Trump… Cosa succederebbe? Gli obiettivi di una banca centrale li decide il Parlamento, ma il giorno per giorno della politica monetaria non può essere deciso con i voti di fiducia.

Naturalmente burocrati indipendenti non devono diventare loro stessi i “dittatori” della politica, cioè persone che, direttamente o indirettamente, applichino la legge come vogliono e magari contribuiscano a scrivere le leggi a loro piacimento. Come quei burocrati che ostacolano il cambiamento, specialmente quello che li priva di qualche privilegio.

La vera democrazia non è né quella dei burocrati che scrivono le leggi, né quella del governo dittatore che controlla tutto giorno per giorno senza alcun contrappeso. Cosa accadrebbe se di questo passo il governo arrivasse a controllare anche l’Istat facendole produrre dati fasulli? Non è fantascienza: è accaduto per anni e nell’Argentina dei governi populisti. Con questo passo di dominio sull’Inps, l’Italia gialloverde è vicina a quell’Argentina lì.

 

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