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Liliana Segre al Quirinale, lanciata la petizione

Mancano pochi mesi all’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Il capo dello Stato uscente, Sergio Mattarella, ha già fatto sapere di non voler seguire le stesse orme del suo predecessore. Giorgio Napolitano venne infatti eletto per la seconda volta nel 2013, anche se lasciò l’incarico solo due anni dopo. Partito dunque il toto-Quirinale. Il nome più gettonato resta quello dell’attuale premier, Mario Draghi. Anche se sono in molti gli addetti ai lavori che lo vorrebbero almeno per un altro anno a Palazzo Chigi. Speranze dunque anche per altre candidature, come quelle del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. E ora spunta anche l’ipotesi Liliana Segre.

Liliana Segre e Sergio Mattarella

Se fino a qualche mese fa l’ascesa al Colle di Draghi sembrava cosa fatta, ora questa ipotesi non sembra più essere tanto scontata. A pesare sulla candidatura dell’ex governatore della Bce è la necessità, condivisa da molti, che resti nel suo attuale ruolo a Palazzo Chigi per proseguire con la sua politica di contrasto alla pandemia e di ripresa economica basata sui fondi del Recovery Fund. Ci spera dunque anche Berlusconi ad una elezione alla presidenza della Repubblica ritenuta un sogno solo fino a ieri. Al Cavaliere, forte del voto compatto del centrodestra, mancherebbero soltanto 54 voti alla quarta votazione, dove non servirà più la maggioranza assoluta. Ma a rovinare i piani dell’ex premier potrebbe essere proprio Liliana Segre.

La senatrice a vita non ha certo avanzato direttamente la sua candidatura. Ci pensa invece il Fatto Quotidiano. Il giornale diretto da Marco Travaglio lancia una petizione sul sito change.org. “Sosteniamo la candidatura al Quirinale della senatrice a vita Liliana Segre”, scrivono in una lettera congiunta Marco Travaglio, Peter Gomez, Antonio Padellaro e Furio Colombo.

“Simbolo universale della Resistenza umana contro il male assoluto nazista e fascista e contro tutte le discriminazioni. Ella rappresenta la più alta testimonianza dei valori costituzionali di libertà e uguaglianza. Ci auguriamo che tutte le forze presenti in Parlamento condividano il nostro appello affinché la massime istituzioni non siano svilite da autocandidature prive di disciplina, onore e dignità”, concludono.

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