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ItalianWay: gli startupper che propongono l'ospitalità diffusa

L’Italia e il turismo, un binomio indissolubile. Il settore turistico, però, negli anni ha subito moltissimi mutamenti, sino ad arrivare a quello probabilmente più recente dovuto alla nascita di Airbnb. Insieme all’offerta, ovviamente, è cambiata anche la domanda da parte di turisti e viaggiatori: se sino ad anni fa l’albergo era l’unica soluzione, in questo momento sono molti quelli che vanno alla ricerca di vere e proprie case in cui trascorrere tranquillamente le proprie vacanze o i soggiorni di lavoro. È proprio a questi ultimi che si rivolge Italianway, startup italiana nata nel 2014 che offre a turisti e lavoratori “fuori sede” la possibilità di soggiornare in alloggi eleganti e ricercati nel pieno centro di Milano.
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Italianway: la rivoluzione dell’ospitalità

“Solo dieci anni fa l’ospitalità era ad esclusivo appannaggio di alberghi o B&B. Nell’ultimo periodo, complice l’avvento di portali tipo Airbnb ma anche tutta una serie di adeguamenti amministrativi, è diventato possibile per chiunque possegga un’abitazione residenziale affittare la propria casa per brevi o brevissimi periodi a conduttori: ciò ha fatto nascere un nuovo modello di ospitalità diffuso/distribuito per la città. L’impatto sul settore del turismo è stato molto forte, paragonabile all’avvento delle Online Travel Agency: se queste ultime hanno eliminato il concetto di avviamento, l’ospitalità diffusa aumenta in modo sostanziale il numero di posti letto presenti in città ad esclusivo vantaggio del consumatore finale” – mi ha raccontato nel 2016 Davide Scarantino, uno dei fondatori di Italianway, parlandomi dell’inedito concetto di ospitalità proposto dalla startup.
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Davide Scarantino e Gianluca Bulgheroni, founder di ItalianWay

Il modello che adotta la startup è quello dell’ospitalità diffusa, ovvero una sorta di albergo le cui stanze sono disseminate in diversi luoghi della città ma che vende tramite i classici canali del settore alberghiero, da Booking.com a Expedia sino al sito ufficiale. Così come in un classico hotel, il cliente viene seguito in ogni sua richiesta, fornendo informazioni o addirittura proponendo tour guidati alla scoperta di Milano.

I servizi 4.0 che piacciono ai turisti

Se nel 2016 Scarantino affermò che “l’obiettivo principale è quello di avere 400 appartamenti e una reception per ogni porta della città, reception che deve diventare un vero e proprio info-point turistico rivolto ai clienti ma anche ai terzi”, alla fine del 2017 Italianway poteva contare – oltre a 400 appartamenti – anche più di 1200 posti letto dedicati alle locazioni transitorie, portando Italianway a rappresentare il più grande albergo diffuso della città di Milano.

Nell’ottobre dello scorso anno, inoltre, la startup ha aggiunto alla sua offerta anche B7 – Art Apartments, il primo art smart bulding ad uso turistico dedicato alle locazioni di breve e medio termine che coniuga innovazione tecnologia, servizi 4.0 e comunicazione visiva. La struttura, infatti, sarà dotata di un sistema di gestione accessi attivabile dal telefono cellulare degli ospiti ed un sistema di regolazione del comfort climatico legato al calendario delle prenotazioni al fine di ottimizzare i consumi energetici della struttura, già realizzata con massima attenzione all’efficienza energetica. In perfetta linea con l’utenza smart di Italianway, una semplice telefonata gratuita (nessun roaming per gli stranieri) permette ai turisti di aprire le porte grazie al riconoscimento in tempo reale dei cellulari già accreditati nel gestionale aziendale dedicato ai check-in.
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