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Mej, l’ex candidato M5S continua la battaglia per negare lo sbarco sulla Luna

Il complottismo dei 5 Stelle continua a serpreggiare silenzioso. Tra scie chimiche, microchip sotto pelle e vaccini utilizzati per controllare le nostre menti, ora torna forte uno dei temi più cari: lo sbarco sulla Luna. A 50 anni dall’allunaggio c’è chi mette ancora in dubbio che degli uomini siano veramente arrivati sul suolo del nostro satellite. Ultimo in ordine di tempo è stato Ivo Mey, giornalista e autore tv che l’8 luglio, sulle pagine del Fatto Quotidiano, ha messo in fila una dietro l’altra le ragioni per cui, secondo lui, l’impresa di Armstrong e degli altri due astronauti non sarebbe mai avvenuta.

A supporto della sua tesi vari documentari, ma uno su tutti: “American Moon” del fotografo e regista Massimo Mazzucco. “Per tagliare le gambe a tutti i debunker sfata-tesi, il regista gioca d’anticipo, confutando dall’inizio e scientificamente tutte le loro critiche”.

“Non posso certo riportare qui tutte le incongruenze logiche, le strane dimissioni, le ammissioni a mezza bocca dei dirigenti Nasa presenti nel film, ma voglio ricordare che nel 1994 un altro regista, l’americano Bart Sibrel, tentò di fare giurare sulla Bibbia Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins di essere davvero stati sulla Luna. Nessuno di loro volle farlo”, scrive Mej a supporto della sua tesi.

Tra le prove addotte anche il famoso obbiettivo di Kubrick ottenuto dalla Nasa per le riprese del film Barry Lyndon: “Perché la Nasa avrebbe speso ingenti fondi per studiare e realizzare un obiettivo tanto speciale per il regista? Perché non glielo fece neanche pagare? Un semplice omaggio all’autore di 2001 Odissea nello spazio (anno: 1968)?”, continua Mej.

Un articolo che non è sfuggito all’occhio attento del web, che ha ricordato come nel 2016 Mej fosse stato un candidato del Movimento 5 Stelle per l’assemblea capitolina. “Scrive su una testata giornalistica. Esiste l’obbligo di rettifica, in capo al direttore responsabile. Come da regole dell’ODG”, fanno notare.

Sui social si è subito scatenata la polemica che ha coinvolto anche il direttore del Fatto Quotidiano. Peter Gomez che ha chiarito immediatamente di non condividere l’opinione ma che “chi non crede all’allunaggio è libero di farlo”.

 

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