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Kataleya, controlli a tappeto anche sul Dna

Il caso della scomparsa della piccola Kataleya potrebbe presto prendere una svolta decisiva grazie all’uso della scienza. Gli inquirenti hanno dato mandato di prelevare il Dna a tutti gli occupanti dell’ex albergo di via Maragliano. L’ultimo luogo in cui la bambina è stata vista prima della sua scomparsa il 10 giugno. Questo prelievo è parte di una serie di controlli estensivi. Questi sono volti ad una eventuale futura comparazione con i campioni raccolti sugli oggetti sequestrati nei giorni scorsi nell’ex Astor. Le indagini stanno ora adottando un approccio strettamente scientifico. Sono state usate apparecchiature ad alta tecnologia per ispezionare l’ex albergo e i suoi angoli più nascosti. I software più avanzati sono stati impiegati per analizzare le immagini delle telecamere di sorveglianza e individuare ogni minimo particolare insolito.
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La piccola Kataleya

Le analisi delle telecamere della zona

I filmati delle telecamere che coprono l’area dell’albergo sono stati esaminati ripetutamente. Gli investigatori sono particolarmente concentrati sui filmati dei cancelli di via Boccherini, dove si concentrava il via vai degli occupanti. Stanno anche esaminando l’ingresso principale di via Maragliano e l’uscita di via Monteverdi. Nessun passaggio segreto è stato identificato nelle vicinanze, secondo fonti vicine alle indagini.
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Uno degli obiettivi dell’analisi dei filmati è creare una cronologia precisa. Si cercano gli ingressi ed uscite nelle ore che hanno preceduto e seguito la scomparsa di Kataleya. Tutte le persone catturate dalle telecamere in questo lasso di tempo sono state o stanno per essere identificate. Circostanza che potrebbe dare un forte impulso alle indagini.

Gli inquirenti stanno anche incrociando i dati delle telecamere. Con le informazioni raccolte durante le prime ispezioni e lo sgombero dell’ex Astor, producendo una mappa dei luoghi e delle presenze nell’edificio occupato.

Si indaga anche sul movente

Per quanto riguarda il movente, gli investigatori stanno esaminando diverse ipotesi, non limitandosi alla ritorsione di un clan rivale legato al racket delle stanze. Infine, le indagini puntano a chiarire le incongruenze nelle testimonianze degli occupanti sull’ora della scomparsa e del primo allarme. Il mistero rimane, tuttavia, sulla discrepanza tra l’ultimo avvistamento di Kataleya sulle scale del cortile alle 15:13 del 10 giugno, e l’ora del primo allarme. Le dichiarazioni degli occupanti non formano un quadro coerente e l’intervallo di tempo tra l’ultimo avvistamento e le prime ricerche nell’edificio rimane indefinito.

Le uniche certezze in questa intricata vicenda sono le immagini di Kataleya sulle scale del cortile. E il ritorno della madre alle 15:45, dopo il suo turno di lavoro al supermercato. La madre non si è resa conto subito della scomparsa della bambina. Dopo aver chiesto notizie della figlia a un parente e aver ricevuto rassicurazioni, si sarebbe ritirata per fare una doccia. Nel frattempo, la piccola Kataleya era già sparita. Potrebbe essere stata portata via da qualcuno che conosceva perfettamente l’edificio, compresa la posizione delle telecamere di sorveglianza.

L’indagine continua

Così l’indagine continua, con la speranza che l’analisi del DNA possa fornire una pista crucialmente necessaria per risolvere il mistero della scomparsa di Kataleya. Gli investigatori, guidati dalla PM della Dda Christine Von Borries e dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli, stanno lavorando incessantemente per mettere insieme i pezzi di questo intricato puzzle.

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