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La battaglia di Daniela Santanchè contro le multinazionali: “Difendo le vongole”

Daniela Santanchè presa di mira sui social dopo le sue dichiarazioni sulle concessioni balneari. Il ministro del Turismo in quota Fratelli d’Italia interviene all’assemblea di Confesercenti. Ma le sue parole contro le multinazionali che vorrebbero appropriarsi per quattro soldi delle spiagge italiane fanno discutere. “Credo che prima di otto mesi, un anno, non saremo in grado di fare le gare per le concessioni balneari. – premette Daniela Santanchè di fronte alla platea di Confesercenti – Ma credo sia meglio assegnare prima le spiagge che non sono assegnate. Ci sono spiagge libere meravigliose dove ci sono rifiuti e tossicodipendenti. Nessuno pensa a tenerle in ordine, forse potremmo cominciare da lì. Naturalmente devono essere fruibili per tutti”, sottolinea.

Daniela Santanchè

“Quelle sulle concessioni balneari sono deleghe che ha il ministro Musumeci, io sono stata tirata in ballo per un presunto conflitto di interessi”, precisa poi il ministro del Turismo. Secondo la Santanchè inoltre “il danno più grave è cambiare i patti in corso perché le imprese hanno bisogno di stabilità. “Non dobbiamo aprire la strada alle multinazionali, non dobbiamo svendere il nostro patrimonio”, mette poi nel mirino le grandi multinazionali.

“Mi sentirei male se le spiagge venissero gestite da multinazionali che potrebbero standardizzare l’offerta. – affonda ancora il colpo Daniela Santanchè – Consegnarle a delle multinazionali ci toglierebbe le nostre peculiarità, perché nei nostri stabilimenti balneari, a seconda della Regione, c’è un tipo di ospitalità, di cibo, di accoglienza. Mi fa sentire male l’idea: pensate se non potessimo più mangiare i nostri spaghetti alle vongole o la nostra parmigiana di melanzane, cose che fanno parte della nostra identità”, domanda polemicamente ai presenti.

Daniela Santanchè si sofferma anche a parlare del reddito di cittadinanza, una misura che a suo dire nel corso della scorsa estate “ha fatto mancare 250.000 posti di lavoro e perdere 6,3 miliardi di euro di fatturato. Non lasceremo indietro nessuno, ma non vogliamo dare ai nostri figli una paghetta di Stato, vogliamo dare lavoro al settore del turismo”, promette il ministro concludendo il suo intervento.

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