Contro la manovra ora si scaglia la Cei. Dal Vaticano arrivano infatti critiche pesanti alla legge di Bilancio che il governo si appresta a varare, reazione scatenate dall’aggravio dell’Ires per tutti gli enti no-profit. “Stiamo seguendo – come tutti – i contenuti della legge di bilancio, rispetto ai quali non mancano elementi di preoccupazione, che ci auguriamo di poter veder superati. Siamo consapevoli delle difficoltà in cui versa il Paese, come pure delle richieste puntuali della Commissione europea”, ha affermato il segretario generale della Cei, Stefano Russo.
A questo punto arriva l’affondo proprio sulle scelte del governo: “Vogliamo sperare che la volontà di realizzare alcuni obiettivi del programma di governo non venga attuata con conseguenze che vanno a colpire fasce deboli della popolazione e settori strategici a cui è legata la stessa crescita economica, culturale e scientifica. Se davvero il parlamento procedesse con la cancellazione delle agevolazioni fiscali agli enti non commerciali, verrebbero penalizzate fortemente tutte le attività di volontariato, di assistenza sociale, di presenza nell’ambito della ricerca, dell’istruzione e anche del mondo socio-sanitario”.
Come spiega Il Giornale, il provvedimento potrebbe colpire proprio le parrocchie che risultano come soggetti passivi per quanto riguarda l’Ires. Per le parrocchie però c’è la riduzione al 12 per cento rispetto all’aliquota normale che è al 24 per cento.
Parole che confermano le tante tensioni tra il governo gialloverde e la chiesa, che avevano visto in passato molte testate storicamente vicine al mondo cattolico mettere nel mirino il ministro dell’Interno Salvini per la sua politica in tema di immigrazione.
Il Vaticano si fa il suo partito e entra in politica: adesso ne parlano tutti