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La contromossa di Conte: “Se Renzi si sfila, nessun nuovo governo con Italia Viva”

Cosa succederà al governo Conte, travolto da un’ormai inevitabile crisi? Difficile dirlo con certezza in anticipo, considerando i tanti scenari che potrebbero verificarsi. Nicola Zingaretti sta cercando di fare un ultimo tentativo per ricucire la frattura, evidente, tra Italia Viva e il resto della maggioranza. Liberi e Uguali ha ribadito il suo totale appoggio al premier. Il Movimento Cinque Stelle è a sua volta vicina al presidente del Consiglio. Che, di fronte agli assalti di Renzi, è passato alla controffensiva.

Da Palazzo Chigi, come spiega Repubblica, è infatti trapelata una nuova posizione del premier: “Se Renzi decide di sfilarsi, un nuovo esecutivo con Italia Viva è impossibile”. Una dichiarazione che è stata già appoggiata da diversi esponenti grillini, a partire dal ministro D’Incà fino ad arrivare a Lenzi e Di Battista. Italia Viva ha risposto subito: “Chiediamo Mes, non poltrone”.La crisi, in ogni caso, è ormai imminente. Nelle prossime ore si terrà il consiglio dei ministri che approverà il Recovery plan, riveduto e corretto secondo i desiderata di Italia Viva e inviato ai partiti di maggioranza, dopo che i renziani si erano lamentati per il ritardo dell’arrivo del testo. Una volta dato il via libera al Recovery, che verrà trasmesso al Parlamento e alle parti sociali, Renzi potrebbe ritirare le ministre Elena Bonetti e Teresa Bellanova, che continuano a dichiarare di essere pronta a dimettersi. A quel punto si aprirebbe a tutti gli effetti la crisi.Difficile dire con precisione come succederà. Possibile che Conte salga al Colle per le dimissioni e che, dopo le consultazioni avviate dal presidente della Repubblica Mattarella, si arrivi alla nascita in tempi brevi di un Conte-ter. Una sorta di rimpasto, di fatto, con alcuni ministri sostituiti così da blindare nuovi equilibri. Altra strada è la sfida in Aula, con Conte in Parlamento per ottenere la fiducia all’attuale governo, senza dimissioni. I numeri, in quel caso, rischiano però di non essere dalla parte del premier. 

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