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Conte, sospesa elezione a leader M5S: la decisione del tribunale di Napoli

Ennesimo colpo di scena nella vicenda dello scontro interno al M5S. Stavolta le brutte notizie sono per Giuseppe Conte. Il giudice della settima sezione civile del tribunale di Napoli, Gian Piero Scoppa, ha infatti sospeso le due delibere con cui, il 3 e 5 agosto scorsi, i lM5S ha modificato il proprio statuto e nominato Giuseppe Conte suo presidente. Il giudice ha dato ragione ad un gruppo di attivisti napoletani che nell’ottobre scorso avevano promosso ricorso contro queste decisioni.

Giuseppe Conte

Tempi duri per Giuseppe Conte alla guida del M5S. In questi ultimi giorni non si è fatto altro che parlare della guerra fratricida che lo contrappone a Luigi Di Maio. Durante l’elezione del presidente della Repubblica, il ministro degli Esteri ha voltato le spalle alla decisione del suo leader di indirizzare i voti pentastellati sul nome di Elisabetta Belloni. ‘Tradimento’ politico che ha fatto infuriare l’ex premier, ansioso ora di ricevere chiarimenti dall’ex capo politico del Movimento.

Intanto, però, abbastanza a sorpresa, per Conte si apre anche un fronte giudiziario. La sospensione della sua nomina a presidente del M5S, anche se si dovesse presto risolvere positivamente per lui, getta comunque un’ombra sulla sua leadership. “Inutile negare la nostra soddisfazione. – dichiara l’avvocato degli attivisti Lorenzo Borré – Giuseppe Conte, la scorsa estate, dedicò solo due parole alle domande che gli venivano rivolte sul nostro ricorso. Disse ‘facciano pure’. Bene, abbiamo fatto”, conclude.

Former prime minister, Giuseppe Conte, attends the Raitre Italian tv program Mezzora in pi conducted by Italian journalist Lucia Annunziata, Rome, Italy, 13 June 2021. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

“Oggi il tribunale di Napoli ripristina il principio della necessità della partecipazione di tutti gli iscritti nell’adozione delle scelte fondamentali del nostro Movimento. – commentano gli attivisti – La parità dei diritti è una pietra angolare del M5S e non può trovare deroga in alcun caso. Tantomeno per l’accesso alle cariche statutarie, in quanto non esistono primi inter pares. Ora confidiamo in un processo partecipativo aperto e in una riflessione sugli errori e sulle forzature fatte. Chi ha sbagliato deve farsi da parte”.

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