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La difesa di Casalino: dopo lo scandalo, il re della comunicazione 5S dice la sua sul famigerato video

Rocco Casalino passa al contrattacco, dopo essere finito nella bufera per un video risalente a diversi anni fa, pubblicato da Dagospia e ripreso da ArcadeTv7. Un filmato in cui il re della comunicazione a Cinque Stelle pronuncia frasi agghiaccianti, terribili, sottolineando come vecchi e bambini, soprattutto se colpiti da sindrome di Down, gli “danno fastidio”, lo “irritano”. “Non ho nessuna voglia di relazionarmi a loro, non ho nessuna voglia di aiutarli”. Frasi che avevano scatenato la furia di opposizioni, associazioni benefiche ed esponenti della società civile, tutti concordi nel chiedere subito le dimissioni dell’ex Grande Fratello.

Lui, il diretto interessato, dopo ore di imbarazzo ha rotto gli indugi ed è passato al contrattacco. Spiegando come sono andate veramente le cose e cosa si nasconde dietro il filmato incriminato: “È stato pubblicato un video che risale ad oltre 10 anni fa, quando frequentavo il Centro Teatro Attivo di Milano, come si vede benissimo dalla lavagna alle mie spalle. In quel corso si sviluppava lo studio dei personaggi, li si interpretava, forzandone i caratteri in maniera anche paradossale e provocatoria”.Tutto risolto? Non troppo. Perché in merito è intervenuto anche Enrico Fedocci, il giornalista Mediaset che per primo ha pubblicato il filmato su YouTube a maggio e che era, all’epoca del video, direttore di un corso di formazione professionale della Provincia organizzato all’Istituto Bauer di Milano. Specificando che non si trattava di una recita ma che sì, il contenuto delle parole di Casalino era volutamente provocatorio.
“Era la simulazione di una intervista fatta con i miei studenti. Rocco stava provocando. Lo ha fatto per tutta l’intervista. Le cose le ha dette, ma cercando di sollecitare gli studenti che stavano facendo una esercitazione” ha spiegato Fedocci.Chiarita la situazione, Casalino è passato alla controffensiva parlando di “macchina del fango” contro di lui. A Repubblica, che gli chiedeva se, pur nella volontà di provocare la reazione di alcuni studenti, non avesse comunque esagerato, ha risposto: “Ho vissuto sulla mia pelle da sempre già da bambino la discriminazione e il bullismo. Pensare che possa essere omofobo, razzista, xenofobo, classista o intollerante verso una qualsiasi categoria è semplicemente un’assurdità perché parla la mia storia personale”.

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