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Cop27, Meloni incontra il presidente egiziano al Sisi: “Parliamo di Giulio Regeni?”

Giorgia Meloni si trova in Egitto per partecipare agli incontri della Cop27, la conferenza sul clima organizzata dalle Nazioni unite. Prima della partenza della delegazione italiana per la località di Sharm el-Sheik, dove si svolge il vertice, si erano moltiplicati dubbi e domande sul caso Giulio Regeni, lo studente ucciso barbaramente alcuni anni fa nella capitale egiziana Il Cairo. Il governo egiziano ancora non ha fornito spiegazioni accettabili al governo di Roma e alla famiglia di Giulio. La Meloni ha effettivamente chiesto conto della questione al presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi. Ma la ragion di Stato e gli interessi economici sembrano più importanti della sorte di Giulio Regeni.

Meloni chiede di Giulio Regeni al presidente egiziano

“Nel quadro degli incontri bilaterali a margine del Vertice di Sharm el Sheikh sull’implementazione del cambiamento climatico, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato anche il padrone di casa, il presidente della Repubblica Araba d’Egitto, Abdel Fattah al Sisi”, si legge in una nota pubblicata da Palazzo Chigi.

“L’incontro ha dato occasione al presidente Meloni di sollevare il tema del rispetto dei diritti umani e di sottolineare la forte attenzione dell’Italia sui casi di Giulio Regeni e Patrick Zaki. – prosegue il comunicato – Durante l’incontro si è parlato di approvvigionamento energetico, fonti rinnovabili, crisi climatica e immigrazione”, si conclude così la nota.

“L’incontro ha toccato la questione dello studente italiano Regeni e della cooperazione per raggiungere la verità e ottenere giustizia. – conferma poco dopo il portavoce della presidente del Cairo – Al-Sisi si è congratulato con Meloni per aver assunto le sue funzioni ed ha espresso il suo apprezzamento per le estese relazioni bilaterali tra i due paesi. E ha auspicato che la visita di Meloni in Egitto rappresenti un nuovo impulso per lo sviluppo di queste relazioni, che si basano su profondi legami storici con dimensioni politica, economica, di sicurezza e culturale”, conclude il diplomatico egiziano.

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