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La memoria corta della Meloni e quella lunga lista di consiglieri FdI indagati

Festa grande in casa Fratelli d’Italia, dopo le elezioni in Umbria che hanno visto il successo del centrodestra sull’alleanza Pd-Cinque Stelle. Un centrodestra a forte, fortissima trazione leghista, certo. Ma all’interno del quale anche il partito di Giorgia Meloni ha fatto la sua parte, superando per la prima volta nella sua storia la soglia del 10% delle preferenze. Lei, la leader, gongolava felice: “Gli elettori ripagano la nostra coerenza e danno il benservito a chi li ha traditi. Fratelli d’Italia sempre più in alto!”.

Nelle ore successive al successo umbro, però, la Meloni è stata coinvolta in una polemica social con alcuni utenti. Il numero uno di Fratelli d’Italia aveva infatti rivendicato la serietà del proprio partito in una Regione dove la precedente amministrazione del centrosinistra era invece stata segnata da scandali di varia natura. Diversi internauti le hanno però risposto per le rime, ricordandole il gran numero di consigliere indagati di recente nel suo partito per presunti legami con la criminalità organizzata. Caso tra i più eclatanti è stato ad esempio quello di Enzo Misiano, consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Ferno (Varese) che lo scorso luglio era finito in manette con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, nell’ambito dell’inchiesta “Krimisa” sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Lombardia. Prima era stata la volta del presidente del Consiglio comunale di Piacenza Giuseppe Caruso, che secondo gli inquirenti faceva parte di un’organizzazione criminale che operava tra le province di Reggio Emilia, Parma e Piacenza.Ad agosto era invece toccato ad Alessandro Nicolò, capogruppo di Fratelli d’Italia alla regione Calabria e fortemente voluto dalla Meloni, accusato di collusione con la cosca “Libri”. Una lunga lista che in queste ore di proclami festosi è tornata a fare capolino sui social. 

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