Neanche il tempo di mandare agli archivi il caso Sea Watch, con lo spinoso braccio di ferro Carola-Salvini e il lungo codazzo di polemiche, che ecco subito presentarsi un altro caso che rischia di far discutere parecchio. Questa volta il fronte è stato aperto dalla barca a vela Alex, che ha recuperato 54 persone che si trovavano su un gommone in difficoltà. L’imbarcazione della piattaforma umanitaria ‘Mediterranea Saving Humans’ è riuscita salvare da un possibile annegamento il gruppo di naufraghi, tra cui c’erano anche 4 bambini e 11 donne, di cui 3 incinte, evitando così che venissero riportati nelle carceri libiche.
“Stiamo richiedendo al centro di coordinamento le disposizioni per il porto sicuro più vicino, che va assegnato in base alle normative e non in base ai desiderata di Matteo Salvini”, aveva detto all’Adnkronos Alessandro Metz, armatore e portavoce di Mediterranea. Il salvataggio era avvenuto in zona Sar libica. Salvini si era però subito affrettato a ribadire che i porti italiani sarebbero rimasti chiusi, senza accogliere i migranti.
A farsi avati è stata Malta, che si è “resa disponibile ad aprire il proprio porto ad Alex e ai suoi ospiti”. Un’offerta che, così formulata, il ponte di comando ha ritenuto “decisamente inaccettabile”. E non certo per una questione formale. Il viaggio sarebbe troppo lungo e pericoloso per una imbarcazione di 18 metri carica di 65 persone (54 migranti, 11 membri dell’equipaggio).La risposta è dunque stata netta: “Per le condizioni psicofisiche delle persone a bordo, per le condizioni di carico della nave e per la situazione meteo data in peggioramento, la Alex non è in grado di fare rotta su Malta, restiamo però disponibili ad accogliere la vostra proposta purché inviate una vostra unità navale a prelevare i nostri ospiti, o in alternativa provvediate al trasferimento degli stessi. Di certo non siamo in grado di fare 100 miglia nautiche”. La Raggi si scorda i Casamonica: Roma non sarà parte civile al processo