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Ucraina, il portavoce del Cremlino Peskov: “La guerra può finire oggi”

La guerra tra Russia e Ucraina potrebbe finire oggi stesso. Ma solo a determinate condizioni dettate da Mosca che Kiev non sembra proprio intenzionata a voler accettare. È quanto propone il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov come risposta a quanto dichiarato ieri da Zelensky che si era augurato che le ostilità finissero prima della fine dell’anno. Lo stesso presidente che però accusa la Russia di Vladimir Putin di essere uno Stato che sponsorizza il terrorismo.

La proposta di Peskov per fermare la guerra in Ucraina

La guerra in Ucraina può finire “prima della fine della giornata odierna” se il governo di Kiev ordina alle sue “unità nazionaliste di deporre le armi”. Dichiara dunque il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa russa Tass. Una condizione per la cessazione delle ostilità che, almeno per il momento, sembra inaccettabile da parte ucraina, visto che il presidente Zelensky va ripetendo in ogni video che pubblica che il suo Paese può ancora vincere la guerra contro la Russia.

Lo stesso Zelensky invoca dalla comunità internazionale una condanna più netta dell’attacco missilistico russo sul centro commerciale di Kremenchuk, avvenuto ieri. Secondo il numero uno di Kiev la Russia deve essere bollata come “Stato sponsor del terrorismo. Solo dei terroristi completamente pazzi, che non dovrebbero avere un posto sulla Terra, possono colpire con missili edifici civili”, scrive sul suo canale Telegram.

“Siamo uniti: Putin non deve vincere questa guerra. Continueremo a tenere alto il prezzo per il suo regime”, dichiara intanto il cancelliere tedesco Olaf Scholz al termine del G7 di Elmau in Germania. Ma a frenare gli entusiasmi anti russi ci pensa il presidente francese Emmanuel Macron, il quale afferma di non condividere la definizione della Russia come Stato che sponsorizza il terrorismo coniata da Zelensky.  Membri del G7 che invitano la Cina a “fare pressione sulla Russia affinché cessi la sua aggressione militare e ritiri immediatamente e incondizionatamente le sue truppe dall’Ucraina”.

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