Vai al contenuto

Un’Italia che non dà più sostegno: crescono i disabili, non gli insegnanti. La scuola non funziona più

Non si può certo dire che il 2018 sia stato un grande anno per il sostegno nella scuola italiana: il rapporto tra studenti disabili e docenti è infatti tornato a salire, un trend che non si verifica più dal 2011. Negli istituti del nostro Paese c’è ora un insegnante di sostegno ogni 1,73 studenti: nel 2017 la proporzione era di 1 ogni 1,69. Una piccola variazione che mette però in evidenza una tendenza negativa e fa scattare un campanello d’allarme: significa meno ore di assistenza e meno aiuto a chi ne avrebbe bisogno.

A far scattare l’allarme è l’Huffington Post, che ha riportato le dichiarazioni di Salvatore Nocera del Fish, la Federazione Italia per il Sostegno dell’Handicap: “Il nostro sistema ha fatto grandi passi avanti rispetto al passato, basti pensare che negli ultimi dieci anni i posti di sostegno sono quasi raddoppiati, ma alcuni problemi sembrano irrisolvibili. La verità è che nessuno ha ancora capito come risolvere la questione delle deroghe, mentre continuano a mancare i docenti specializzati sul sostegno per cui noi chiediamo la separazione delle carriere rispetto agli insegnanti comuni”.Una storia che tende a ripetersi ogni anno: cattedre scoperte, troppi supplenti, professori che entrano ed escono dalle classi. E a pagare sono gli studenti, soprattutto quelli disabili che più di ogni altra cosa avrebbero bisogno di stabilità. Eppure il sistema di sostegno italiano è all’avanguardia, invidiato in tutta Europa per il suo modello inclusivo, ma minato dalla cronica carenza di personale. Lo dimostrano gli ultimi dati della Flc Cgil. Aumentano gli alunni che hanno bisogno di sostegno: non perché ci siano più disabili, ma perché c’è più attenzione nelle certificazioni. Aumentano anche i docenti, ma non abbastanza, o comunque non con la stessa velocità. Nel 2018/2019 gli studenti disabili sono 245.723 (record storico, nel 2017 erano 234.658). Anche i docenti di sostegno sono passati da 138.849 a 141.412, ma l’incremento non è stato sufficiente a far fronte alla maggiore richiesta. I 2.563 posti in più che si sono creati sono stati assegnati tutti a dei supplenti: il ministero non ha effettuato neanche un’assunzione in più rispetto all’organico.

“Ma chi sono? Poveretti”. D’Alema, il ritorno: insegna all’università. Quale? Beh…