Vai al contenuto

“Ecco dov’è il suo corpo”. L’orribile ipotesi dietro la scomparsa del dissidente saudita Jamal Khashoggi, una teoria agghiacciante

Un’ipotesi agghiacciante, che potrebbe mettere la parola fine al caso di Jamal Khashoggi, dissidente saudita scomparso nel nulla dopo essere entrato nel consolato del suo Paese a Instabul. La terribile teoria è che il suo corpo sia stato sciolto nell’acido. La polizia turca, scrive il quotidiano Haberturk, sta indagando proprio in questa direzione. Secondo il quotidiano, che cita fonti dell’indagine, l’ipotesi – su cui stanno lavorando anche gli agenti del Mit, i servizi segreti di Ankara – è partita da una denuncia di Turan Kislakci, amico di Khashoggi e capo dell’Associazione dei media turco-arabi, che sin dalle prime ore aveva sostenuto che gli assassini si sarebbero immediatamente disfatti del corpo. Secondo la polizia turca sarebbe stato ucciso da un commando saudita. Il 7 ottobre diversi media internazionali riportavano che il giornalista sarebbe stato ucciso all’interno dell’edificio degli uffici della rappresentanza diplomatica del suo Paese.

 La prima a dare la notizia era stata la Reuters, ipotesi che era subito stata sposata anche dal Washington Post, quotidiano con cui Khashoggi collaborava e che ora si batte per scoprire la verità. Secondo l’agenzia Bloomberg, il re saudita Salman ha ordinato l’avvio di un’indagine interna, mentre Donald Trump ha fatto sapere che il sovrano “nega qualsiasi conoscenza di cosa possa essere successo”, aggiungendo poi che i due “stanno lavorando strettamente con la Turchia per trovare una risposta”.Il vice primo ministro kuwaitiano, Anas al-Saleh, ha difeso la monarchia saudita parlando di teorie complottiste e attacchi gratuiti, invitando tutti ad attendere i risultati delle indagini da parte delle “autorità competenti” prima di giudicare il caso. Il vice primo ministro ha quindi ribadito il sostegno del Kuwait all’Arabia Saudita “di fronte ai tentativi di danneggiare la sua sovranità”, apprezzando il ruolo del regno nel “rafforzare la pace e la sicurezza”.

Caso Cucchi: “Depistaggio ordinato dall’alto”. Chi è coinvolto: spuntano dei nomi