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La spiegazione di Soumahoro non convince: “O è un fesso o non ce la racconta tutta”

Aboubakar Soumahoro va in tv per difendersi dalle accuse piovute sulla sua famiglia. Ma in pochi credono alla sua versione dei fatti. Il deputato di Sinistra Italiana e Verdi, appena autosospesosi dal suo gruppo parlamentare, si lascia intervistare da Corrado Formigli nello studio di Piazzapulita per cercare di chiarire la sua posizione nell’indagine sulle coop per migranti che vede indagata la suocera e coinvolta la moglie. Lui si difende in ogni modo, ma le sue spiegazioni non convincono il direttore di Libero Pietro Senaldi, ospite de L’aria che tira su La7.

Soumahoro ospite di Piazzapulita

“Io mi scuso perché sono stato poco attento, mentre giravo per il Paese, a quello che c’era a casa mia. Io non sono in quella coop, ma approfondirò tutto come deputato della Repubblica”, esordisce così Soumahoro a Piazzapulita. Formigli gli chiede conto delle foto della moglie con oggetti firmati e di lusso. “Quelle immagini? Non mi hanno creato alcun imbarazzo perché ritengo che il diritto all’eleganza, il diritto alla moda sia una libertà. – replica senza scomporsi il parlamentare – La moda non è né bianca né nera. La moda è semplicemente umana. È una questione di scelta. Poi quelle immagini vanno anche datate perché mia moglie ha la sua vita. Non lavora più nelle coop

“Sono nelle condizioni di poter produrre tutte le prove. – si difende poi dalle accuse di non aver rendicontato i soldi raccolti e poi spesi – I soldi sono stati spesi per l’acquisto di generi alimentari, gel disinfettante, trasporti, e i rimanenti 56.800 sono andati nell’esercizio 2021. Il bilancio è disponibile sul sito della Lega Braccianti. Chi mi accusa oggi è tornato a far della Usb, organizzazione con cui ho un contenzioso, dopo essere passato con me nella Lega Braccianti. Sono tornati indietro perché mi avevano chiesto di destinare loro in forma di stipendio i soldi delle donazioni. Ho rifiutato”.

“La coop? Non lo sapevo delle indagini. – spiega ancora Soumahoro – Ho commesso una leggerezza. Non sapevo. Ma se fossi stato a conoscenza di una eventuale indagine non mi sarei nemmeno candidato. È vero, la mia famiglia gestisce centri di accoglienza, ma quella gestione ha una ventina di anni e la mia attuale compagna l’ho conosciuta nel 2018 quando la coop già esisteva. A fronte dei ritardi nei pagamenti ai lavoratori doveva scattare da parte mia un ulteriore approfondimento. Essermi limitato a questa situazione non me lo perdono”.

“La sua difesa, nonostante davanti non avesse un tribunale Torquemada, è stata debolissima. – affonda subito il colpo Pietro Senaldi dopo averlo ascoltato – Uno non può dire ‘Non mi sono accorto di quello che succedeva a casa mia’, nella cooperativa di famiglia. O è un fesso, o non ce la racconta tutta, o si è fatto irretire dalla moglie. Bonelli e Fratoianni sono i veri somari. La sinistra fa così: sceglie i personaggi che dicono quello che piace a loro. Se qualcuno di destra dice qualcosa, ecco che subito loro fanno il Dna e dividono il capello in quattro”.

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