L’Unione europea e gli Stati uniti sembrano non volersi fermare più nell’imporre sanzioni sempre più dure alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Lo spazio aereo europeo è stato già chiuso quasi interamente ai voli di Mosca. E si valuta di estendere questo blocco anche alla navigazione marittima. Già stanziati anche 500 milioni di euro per fornire armi ai resistenti ucraini. Ed è in arrivo in queste ore anche l’esclusione di alcune banche russe dal sistema di pagamento Swift. Sanzioni durissime alle quali si dovrebbe accodare anche la Svizzera, rompendo così la sua storica neutralità. Anche se le autorità di Zurigo assicurano di voler mantenere il loro ruolo di mediatori.

Anche la Svizzera dunque potrebbe decidere di mettere da parte la sua storica neutralità per schierarsi al fianco della coalizione occidentale nella guerra tra Russia e Ucraina. Lo annuncia nella giornata di domenica 27 febbraio il presidente della Confederazione elvetica, Ignazio Cassis, che definisce questo scenario “molto probabile”.

Comunque sia, Cassis ci tiene a precisare che la neutralità della Svizzera deve essere in ogni modo preservata, anche se il piccolo Paese alpino dovesse decidere di appoggiare le sanzioni anti russe. Il presidente elvetico si dice disponibile a dare spazio alla diplomazia pur di giungere al più presto ad un armistizio tra le due parti in conflitto.