Vai al contenuto

Una resa a Cinque Stelle: pronti a regalare la Tav a Salvini

I 5 Stelle abbandonano la Val di Susa. Alle elezioni amministrative di maggio, il Movimento non userà nemmeno il proprio simbolo, preferendo piuttosto confluire nelle liste civiche. Un segnale chiaro, evidente, proprio lì dove è nata la battaglia contro la Tav, la protesta di una parte della popolazione che quell’opera non la vuole. E al cui fianco, in passato, proprio i pentastellati si erano schierati con decisione. Ora, con 20 comuni della bassa valle che si preparano al voto, ecco il segnale della resa.

Tra le città  e i paesi in cui si voterà ce ne sono due particolarmente simbolici, Chiomonte e Giaglione, che ospitano proprio il cantiere dell’alta velocità. Ben 16 mila 720 voti, il 38,75 per cento preso alle politiche un anno fa e nemmeno un candidato sindaco ora per le comunali. Uniche due eccezioni Caselette e Buttigliera Alta, dove due militanti si presentano con il simbolo. «”I nostri attivisti in Valle sono prima No Tav e non avrebbe senso dividere i voti in due liste” ragiona Francesca Frediani, consigliera regionale uscente, pentastellata valsusina e attivista contro l’ alta velocità. Eppure i voti ci sarebbero. Il 4 marzo del 2018, Di Maio e soci qui hanno ottenuto percentuali bulgare: il 44,09 a Bussoleno, 40,16 a Susa, 60,97 a Venaus.“Non sono affatto convinto che i risultati saranno confermati. Il blocco ai bandi è una farsa e l’ alleanza con la Lega non paga in questo territorio” spiega Ivan Della Valle, anche lui valsusino, ex deputato 5 Stelle, escluso dopo lo ” scandalo” dei mancati rimborsi. Anche a Sant’Antonino di Susa, dove corre come candidato sindaco un militante del Movimento, la lista sarà civica. Stesso film a Susa, dove si ricandida Sandro Plano. “Spero di intercettare una parte di quell’elettorato, in lista con me ci sono persone vicine al Movimento. È un voto sulla persona, non sui partiti”.
A parole, si dice che abbia più senso correre sotto altri simboli. La realtà, spiega La Repubblica, è che il rapporto con i No Tav si è fatto più difficile. Per le politiche il leader del Movimento contro la Torino-Lione, Alberto Perino invitava a sostenere i candidati 5 Stelle che promettevano di fermare il treno. Un mese fa contro di loro la sua sparata: “Tengono in vita artificialmente il governo gialloverde calpestando i principi fondatori”. La sensazione, sconfortante per chi viene da tante battaglie, è che i 5S siano pronti a cedere, regalando la Tav a Salvini.

Lega in calo, duello Pd-5 Stelle: il sorriso gialloverde è sempre più spento