Vai al contenuto

Lamorgese 1 Salvini 0: dopo soli tre mesi al Viminale l’accordo di Malta va a gonfie vele

Salvini, rosicando, aveva detto che l’accordo di Malta sulla ridistribuzione dei migranti era una cavolata (censuriamo noi) e che non sarebbe mai entrato in funzione. Non appena venne annunciato il meccanismo che coinvolgeva Italia, Germania, Francia e Malta ci si accorse semplicemente che la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, in un mese, aveva ottenuto di più che Salvini in un anno di tweet, urla e interviste su porti chiusi e Ong. E invece – peccato per Salvini! – la svolta sulla distribuzione di chi sbarca in Italia arrivata dieci giorni fa — quando Germania, Francia e Malta hanno indicato a Bruxelles la cifra di stranieri che avrebbero accolto — è ormai operativa per tutti gli approdi delle navi, come racconta oggi Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera.

Questo vuol dire che nel momento in cui da bordo viene chiesto il via libera all’attracco nei porti, scatta la divisione per quote tra i governi. “Una ripartizione preventiva che evita le estenuanti trattative condotte nei mesi scorsi quando il braccio di ferro con l’ex ministro Matteo Salvini le costringeva a stare per giorni in mezzo al mare. Risultato, esclusi minori e donne incinte: l’82 per cento di chi è già stato registrato andrà via. L’accordo — rimasto finora riservato anche per evitare l’ostruzionismo degli altri Stati Ue in attesa dell’insediamento della Commissione guidata da Ursula von der Leyen — è dunque ‘a regime'”.

Scrive Sarzanini: “Dopo il patto siglato a La Valletta a settembre, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha continuato a tessere la tele dei rapporti bilaterali con i partner europei per renderlo stabile, ma soprattutto per far passare il principio che la distribuzione diventasse ‘automatica e preventiva’. Una richiesta accolta con freddezza da numerosi Stati del Nord Europa e definita ‘irricevibile’ da quelli del blocco di Visegrad (Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria, Slovacchia). Al fianco dell’Italia si sono invece schierati diversi Paesi e ciò ha consentito di raggiungere l’obiettivo per gli ultimi tre sbarchi delle navi delle Ong che hanno così ottenuto subito il Pos per entrare in porto e sono approdate”.

Spiega dunque il Corriere che attualmente l’accordo con Malta, Germania e Francia per la distribuzione dei migranti, a differenza di quanto dicevano nei commenti agli articoli che non erano in grado di leggere o comprendere molti follower di capitan Salvini, funziona. Il 24 novembre è giunta a Messina la Ocean Viking con 212 migranti, due giorni dopo la Open Arms ha portato a Taranto 62 stranieri (11 erano stati prelevati prima) e sempre il 26 novembre la Aita Mari ha attraccato a Pozzallo con 78 persone. Ed è scattata la divisione: la Germania ha accettato 69 richiedenti asilo, mentre 90 andranno in Francia. A loro si sono aggiunti la Spagna con 25 stranieri, il Portogallo 20 e l’Irlanda 6.

Il percorso è avviato e adesso si sta trattando con Cipro, Lussemburgo e Grecia, ma anche con la Romania per ampliare la rosa di chi accoglie. Secondo i dati forniti dal Viminale “nel 2019 sono stati trasferiti con ricollocamenti 262 migranti, 172 di quali dopo il 5 settembre”, dunque dopo l’insediamento del governo Conte 2 e l’uscita di Matteo Salvini dal Viminale. Negli ultimi tre mesi “i trasferimenti con ricollocamento sono stati 172 (57 al mese) che comprendono anche le quote offerte precedentemente dai Paesi Ue”. Insomma, Salvini ha detto l’ennesima balla. E la Lamorgese in un mese ha ottenuto di più di lui in un anno.

 

Ti potrebbe interessare anche: Conte annienta Salvini e la Meloni: il premier sul Mes sbugiarda i sovranisti