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Ucraina, l’annuncio di Mosca: “Stiamo valutando il piano di pace italiano”

La Russia “sta valutando” il piano di pace per l’Ucraina elaborato dal governo italiano. A dichiararlo, secondo quanto riporta l’agenzia Tass, è il viceministro degli Esteri di Mosca, Andrei Rudenko. Anche gli ucraini, già qualche giorno fa, avevano fatto a loro volta sapere di stare già studiando il piano italiano. A farne cenno era stato il portavoce del ministero degli Esteri di Kiev, Oleh Nikolenko, citato dal quotidiano Kiev Independent.

Mosca sta valutando il piano di pace italiano

“Lo abbiamo ricevuto di recente e lo stiamo valutando”, afferma il viceministro russo Rudenko parlando del piano di pace dell’Italia. Intanto ieri Mosca, per bocca dell’assistente del presidente della Federazione russa Vladimir Medinsky che guida la delegazione diplomatica sugli accordi di pace, ha fatto sapere di essere “pronta a continuare i negoziati con Kiev, che sono stati fermati su iniziativa della parte ucraina”. Dal canto loro, però, gli ucraini non si fidano della controparte russa.

“Abbiamo compiuto un grande errore nel 2014 e non possiamo ripeterlo oggi”, afferma il viceministro degli Esteri ucraino, Emine Dzhaparova, durante una Lectio Magistralis sul tema ‘Ucraina e Unione Europea: insieme’, tenuta all’Università Luiss di Roma. “Nulla è impossibile, invece tutto è possibile, diciamo nel mio Paese”, prosegue la Dzhaparova.

“Ringrazio la comunità internazionale per il supporto. Un sostegno pratico che non ci fa sentire da soli. – aggiunge la diplomatica ucraina – I primi negoziati sono stati impossibili con i russi perché Mosca aveva parlato chiaramente dei territori che voleva occupare. Invece, l’integrità territoriale non deve mai essere messa in discussione. Perché la Russia ci ha attaccati? – si chiede per concludere, spiegando che “Putin ragiona come uno zar. Questa è la sua cultura, lui vive in una bolla, e non capisce il mondo moderno. Vive su un altro pianeta, non conosce il significato della democrazia e giustifica i suoi crimini attraverso pretesti storici”.

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