Matteo Salvini ha lanciato segnali chiari, per certi versi sorprendenti per uno che solitamente si pone come totem dell’opposizione dura e pura al governo giallorosso, quello dei “poltronisti”, degli “amici dell’Europa” e via dicendo. Annunciando la propria disponibilità a sedersi al tavolo e trattare su alcuni punti di interesse comune. Il riferimento principale, ovviamente, è a quella legge elettorale che anche il leghista ha particolarmente a cuore, tanto da dirsi pronto a dialogare persino con il Pd.
L’obiettivo dei leghisti, anche se non dichiarato, è il Mattarellum, magari parzialmente rivisto. Ma Salvini non dorme sonni troppo tranquilli, convinto che i rivali, che ora si mostrano inclini a trattare, stiano in realtà preparando una trappola mortale: maggioritario sì, ma con sistema a doppio turno. Per una forza sovranista come la Lega, un ostacolo impossibile da superare.
Salvini lo ha ripetuto più volte ai suoi: “Non voglio fare la fine di Le Pen”. Citando il leader dell’estrema destra francese come modello da non imitare: oltre le Alpi, Le Pen pagò infatti caro un sistema a doppio turno che vide, al momento della seconda votazione, tutte le forze più moderate coalizzarsi insieme, decretando la sconfitta degli estremisti dopo un primo esito invece molto favorevole. La Lega potrebbe fare la stessa fine fra qualche mese. Il Capitano ha fiutato il pericolo e farà di tutto per non bruciarsi.Grillo commissaria Di Maio. Ma un leader alternativo, al momento, non c’è