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Legnano, condannato l’ex sindaco della Lega: concorsi manipolati e corruzione elettorale

Brutte notizie per la Lega a Legnano, roccaforte del Carroccio. A poco meno di un anno dagli arresti che hanno decapitato la giunta di centrodestra, è arrivata la sentenza per il processo scaturito dall’indagine “Piazza Pulita”, nel quale gli ex amministratori erano imputati a vario titolo per turbativa di gara. Due anni e due mesi di carcere per l’ex sindaco Gianbattista Fratus più 400 euro di multa; due anni per il suo vice Maurizio Cozzi e un anno e tre mesi per l’ex assessore alle opere pubbliche Chiara Lazzarini.

Come riporta legnanonews, “tre le procedure inizialmente contestate a Fratus, Cozzi e Lazzarini, finalizzate, secondo la tesi degli inquirenti, a nomine ‘pilotate’: il conferimento di un incarico di consulenza in Euro.PA (che vedeva coinvolto il solo Maurizio Cozzi), la selezione del dirigente per lo sviluppo organizzativo di Palazzo Malinverni e la nomina del direttore generale della partecipata di via per Busto Arsizio. A queste si è poi aggiunta, in corso di dibattimento, la contestazione dell’incarico a Flavio Arensi come direttore artistico del Comune”.

Il solo primo cittadino di Legnano, inoltre, è stato chiamato a rispondere di corruzione elettorale: “All’ex sindaco, infatti, veniva contestato un accordo stretto in sede di ballottaggio con Luciano Guidi, a sua volta candidato come sindaco al primo turno delle elezioni amministrative, per barattare la nomina in una municipalizzata per la figlia di quest’ultimo con i suoi voti”. La Procura, al termine di una requisitoria fiume durata quasi otto ore, aveva chiesto tre anni e sei mesi di carcere per Fratus e Cozzi e tre anni per Lazzarini, oltre a 900 euro di multa e all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni per tutti gli imputati.

Il sostituto procuratore Nadia Calcaterra, che ha coordinato l’inchiesta su Legnano, aveva parlato di “un sistema collaudato e condiviso da tutti, volto a colonizzare quasi in maniera feudale” gli incarichi nella partecipate e nella pubblica amministrazione “allo scopo di allocare soggetti graditi agli imputati, supinamente piegati ai loro diktat”. Il Comune di Legnano, invece, che si è costituito parte civile, aveva chiesto la condanna dei tre ex amministratori e il risarcimento del danno, come Amga ed Euro.PA.

 

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