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I militari a sistemare buche: la proposta del governo che fa infuriare l’esercito

Arriva lo stop da parte della commissione Bilancio del Senato all’emendamento che prevede risorse per la riparazione delle buche di Roma con l’ausilio del genio militare. Stando a quanto scrive Repubblica, si tratta di una modifica che è stata ritenuta “inammissibile” ma che non ha scoraggiato il governo, subito al lavoro per riformulare il testo. “Una cosa gravissima”, aveva denunciato all’AdnKronos Luca Marco Comellini segretario generale del Sindacato Militari, bocciando la proposta all’esame del Parlamento di ricorrere al reparto Genio dell’Esercito per coprire e asfaltare le buche che costellano le strade di Roma. “Suggerisco un’alternativa: vadano i parlamentari a coprire le buche stradali della Capitale, visto che la giudicano un’opera talmente nobile, elevata e meritoria da scomodare i soldati dell’Esercito”.

Di fronte a “questo ennesimo tentativo di snaturare la funzione militare”, bisogna che “i politici si fermino e riflettano – chiedeva Comellini – L’Esercito difende gli italiani e gli interessi dell’Italia: per questo motivo un ragazzo o una ragazza decidono volontariamente di fare il militare; altrimenti, leviamogli pure le stellette sulla divisa e trasformiamoli in tanti operai che riparano le strade, ripuliscono i muri e ridipingono le facciate dei palazzi. Il Genio militare serve a costruire strade e ponti in condizioni di assoluta emergenza: non è un’Anas-bis…”.“Come Sindacato Militari – assicurava poi Comellini – siamo pronti a intervenire per la difesa dei diritti e della dignità di ogni militare che dovesse essere utilizzato in questa scellerata operazione”. Parole alle quali avevano fatto seguito quelle del ministro della difesa Elisabetta Trenta che aveva provato a gettare acqua sul fuoco spiegando meglio le intenzioni gialloverdi.“L’esercito interverrà nelle situazioni di emergenza, su quelle strade in cui c’è stata un’altissima mortalità. Perché, come ho detto, noi andiamo a supporto delle amministrazioni dove ci siano situazioni di emergenza riconosciute e richieste di intervento”.

“Niente F-35”, dicevano. Invece eccoli: tra esercitazioni e segreti che scottano