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L’Europa costretta ancora a piegarsi a Orban, l’amico di Giorgia Meloni

Nell’accordo che il Consiglio Europeo si prepara a siglare con Ungheria e Polonia sul legame tra rispetto dello stato di diritto e possibilità di usufruire dei fondi europei, c’è alla fine un inevitabile cedimento da parte di Bruxelles che eviterà il prolungamento dello stallo: si va, infatti, verso un rinvio del nuovo regolamento che non entrerà in vigore da subito, insieme al bilancio pluriennale europeo e al Recovery Fund, entrambi ai nastri partenza l’anno prossimo.

Come anticipato dall’Huffington Post, il regolamento che uscirà dal summit Ue in uno stato si potrebbe ben definire di ‘sospensione’. La sua applicazione dipenderà dalla Corte di giustizia europea, quando si esprimerà su un ricorso che Polonia e Ungheria avranno il tempo di presentare nei prossimi due mesi. Questo il contenuto della bozza di conclusioni del Consiglio europeo. Il testo darà mandato alla Commissione europea di elaborare, “insieme agli Stati membri”, le “linee guida” del regolamento sullo stato di diritto. Un processo che, riferiscono fonti Ue, potrebbe prendere due mesi.Se in questo lasso di tempo fosse presentato un ricorso, “le linee guida verrebbero definite solo dopo il pronunciamento della Corte di giustizia europea”. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen è incaricata di “informare il Consiglio europeo”, ma “fino a quando queste linee guida non verranno definite, la Commissione non potrà proporre misure inerenti al regolamento sullo stato di diritto”.Non è ancora chiaro se Ungheria e Polonia presenteranno ricorso. Ma si può già scommettere che lo faranno, visto che hanno posto il veto su bilancio e Recovery Fund pur di bloccare il regolamento che, a loro dire, li danneggia. Dunque, nel 2021 Viktor Orban e il suo alleato polacco Mateusz Morawiecki potranno prendere soldi dall’Ue e potranno continuare a violare i diritti nel loro Paese senza che nessuno possa fermarli. E soprattutto senza che nessuno possa bloccargli l’erogazione dei fondi europei. Ancora una volta, l’Europa si è così trovata a cedere di fronte ai ricatti dell’amico di Giorgia Meloni. Che, dopo tante polemiche contro il governo Conte, sul punto saggiamente tace.

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