L’Europa ha incassato nel silenzio di tutti la sua più grande sconfitta, la più dolorosa. Quella che rimette in discussione, di colpo, l’intero sistema su cui l’Unione si fonda e si è sempre fondata, con la tutela dei diritti civili che è sempre stata uno dei collanti più forti per tenere uniti Stati divisi dall’economia e dalla politica. Bruxelles si è però voltata mentre a Lesbo la guardia costiera greca prendeva a bastonate i migranti e la polizia arrivava addirittura ad aprire il fuoco. Non solo. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, è arrivata addirittura a lodare pubblicamente l’operato delle forze dell’ordine.
Sono scattati i negoziati, prassi ormai consolidata, con la Germania che ha teso la mano offrendosi di farsi carico di 5 mila profughi. Evidenziano ancora una volta il fallimento del meccanismo europeo: la Polonia e l’Ungheria, per esempio, rifiutano categoricamente di fare la loro parte. Eppure nessuno gliene chiede conto. Erdogan, in tutto questo, è stato il più grosso fallimento di Angela Merkel, che ha pensato di poterlo trasformare in alleato e si ritrova oggi tra le mani una mina vagante.
Andando avanti così si rischia di fare l’ennesimo regalo ai vari Matteo Salvini e Marine Le Pen, a quei nazionalisti che in tutta Europa gettano benzina sul fuoco approfittando delle paure dei cittadini verso un mondo che cambia velocemente. Se l’Europa inizia a giocare al loro stesso gioco, lodando i poliziotti che manganellano i profughi, allora la battaglia per un’Unione migliore è già persa in partenza.Come e quanto Salvini sta danneggiando l’Italia con il suo sciacallaggio politico