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Zelensky a Porta a Porta: “Pronto a parlare con Putin ma senza ultimatum”

Storica intervista di Volodymyr Zelensky a Porta a Porta. Il presidente ucraino è ospite del salotto televisivo di Bruno Vespa in collegamento dal suo bunker di Kiev. Stavolta però i toni di Zelensky sono molto meno duri del solito. Lui si dice addirittura pronto a “parlare con Putin”, anche se pretende che non gli siano dati ultimatum. Insomma, anche il numero uno di Kiev sembra adeguarsi al vento che sta cambiando dopo il viaggio del premier italiano Mario Draghi e Washington.

Zelensky ospite di Porta a Porta

“Sono pronto a parlare con Putin, ma non devono esserci ultimatum e i russi devono uscire dal nostro territorio. – chiarisce subito Zelensky a Porta a Porta – È il primo passo per parlare. Non possiamo accettare alcun compromesso sulla nostra indipendenza, sulla nostra sovranità e integrità territoriale. La questione delle trattative si complica ogni giorno perché ogni giorno i russi occupano villaggi e uccidono persone. Siamo pronti a fare uno scambio con i russi per salvare i vivi e portare fuori i nostri morti da Azovstal. I civili sono già stati evacuati, ora restano i feriti, non vogliamo lasciarli lì. Si farà tutto il possibile”.

Poi Bruno Vespa gli domanda la sua opinione sulla regione del Donbass e sulla possibilità che i territori di Lugansk e Donetsk diventino autonomi rispetto a Kiev. “Ma lì non è rimasto niente. – replica deciso Zelensky – I russi hanno ucciso, distrutto e ora chiedono l’autonomia? Noi non riconosceremo mai l’autonomia”. Il presidente ucraino parla anche del rischio di una possibile invasione russa della Transnistria, aggiungendo però che “non siamo molti preoccupati”.

Sulle possibili trattative di pace con la Russia, invece, Zelensky precisa di non aver “mai parlato di riconoscere l’indipendenza della Crimea, non la riconosceremo mai come parte della Russia. La Crimea ha sempre avuto la sua autonomia, ha un suo Parlamento, ma all’interno dell’Ucraina. Ma la questione può essere accantonata, se questo può aiutare il dialogo. – apre uno spiraglio – Proporre a noi di cedere qualcosa per salvare la faccia del presidente russo non è corretto da parte di alcuni leader. Non siamo in condizioni pari, ma il mondo è unito intorno a noi. Draghi ha ragione: noi possiamo vincere perché stiamo combattendo per la verità”, conclude.

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