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Quarta repubblica, Capezzone insulta Cento: “Sei un babbalone”

Nuovo scontro in diretta tv a Quarta repubblica. Lo studio della trasmissione, condotta ogni lunedì sera da Nicola Porro su Rete 4, si anima quando due dei suoi ospiti, Daniele Capezzone e Paolo Cento, cominciano a darsele di santa ragione sul green pass. Le posizioni del giornalista e del politico di Sinistra italiana sono inconciliabili. E si vede.

Daniele Capezzone

“Se il governo, anziché perdere tre mesi sparare balle sul green pass, organizzava l’offerta della terza dose prima, seguendo l’esempio della Gran Bretagna e di Israele, oggi non ci ritroveremmo, caro Cento, con da 5 a 12 milioni di persone che hanno il green pass in tasca che non vale niente. Perché sono scoperte. E i babbaloni come te discutono del green pass e non capiscono che il problema è quello. E giustificate il potere”, si sfoga Daniele Capezzone.

“Capezzone stai calmo”, lo bacchetta il suo interlocutore. “Ma che stai calmo che stai qui a difendere Speranza. Non ne avete azzeccata una e ancora parlate”, si infuria ancora di più il giornalista. “Ma te la butti in politica. Siccome avete perso le elezioni amministrative, adesso provi a ributtarla in politica”, lo accusa Cento. “Dai Capezzone su. Stai calmo, sereno, tranquillo”, lo redarguisce ancora. “C’è Speranza che ha fatto un libro per dire che era tutto a posto e io la butto in politica”, non si placa però Capezzone.

“Se il governo a settembre avesse parlato della terza dose, tu saresti venuto qui, avresti fatto riaprire la trasmissione di Porro e avresti sparato a zero. Parliamo di cose serie”, attacca ancora Paolo Cento. “Il tema è molto semplice. Siamo in un’emergenza sanitaria. Non so se lo capisci. Questo Paese è l’unico in Europa che ha messo in campo delle politiche di contenimento del Covid. Nel resto d’Europa stanno facendo il lockdown molto più rigoroso di quello che c’è in Italia. E il green pass rafforzato è uno strumento che serve a non chiudere”, insiste Cento. “Siamo i più bravi. Siamo i migliori del mondo con 130mila morti”, ribatte però colpo su colpo Capezzone”.

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