Vai al contenuto

Taranto, parroco organizza veglia contro la legge sull’omofobia. La reazione della sindaca

Siamo a Lizzano, comune di 9mila abitanti in provincia di Taranto. Qui il parroco don Giuseppe Zito ha organizzato una veglia per pregare per far sì che non venga approvata la legge contro l’omofobia. “Rosario per la famiglia per implorare il fallimento del ddl contro l’omotransfobia e per difendere la famiglia dalle insidie che la minacciano”. Questo ha scritto il parroco di Lizzano sulla locandina che dava appuntamento, ieri sera 14 luglio alle 20, presso la parrocchia San Nicola a Largo Chiesa 10. Un manifesto contro la legge Zan, osteggiata dalla destra, dalla Chiesa e dal popolo della famiglia. A rovinare la “festa” ai fedeli, però, ci hanno pensato un gruppo di cittadini e soprattutto la sindaca, la quali si è così guadagnata una pagina su molte testate italiane. Semplicemente perché ha fatto il suo dovere, ha fatto la cosa giusta.

Un gruppo di persone ieri sera si è presentato davanti alla Chiesa “con un paio di bandiere arcobaleno”. Il risultato? Tutti identificati dai carabinieri “chiamati dal parroco”. In alcuni volantini apposti al di fuori della Chiesa don Giuseppe ha fatto scrivere, testuale: “Dio ti insegna a discriminare, a odiare i gay e le lesbiche, a odiare i transgender”. Amen. A quel punto, però, c’è stato, tempestivo, l’intervento della sindaca Antonietta D’Oria che ha sfidato i carabinieri in piazza. Il video ha subito conquistato i social.

La sindaca di Lizzano ha infatti tuonato: “Questo è un diritto dei cittadini, cosa stanno facendo?”, “Dobbiamo identificarli perché potrebbe succedere una rissa”, rispondono i carabinieri. Allora la sindaca li ha esortati a svolgere correttamente il loro lavoro: “Identifichi prima quelli che stanno dentro”. “Noi da questa iniziativa prendiamo, fermamente, le distanze. Perché, come dice padre Alex Zanotelli, la Chiesa è la madre di tutti, soprattutto di quelli che vengono discriminati, come purtroppo è accaduto, e ancora accade, per la comunità Lgbtq+”, afferma la sindaca.

La quale poi prosegue sulla sua pagina Facebook: “A nostro modestissimo parere e con la più grande umiltà, ci pare che altre siano le minacce che incombono sulla famiglia per le quali, sì, sarebbe necessario chiedere l’intervento della Divina Misericordia. Perché non pregare contro i femminicidi, le violenze domestiche, le spose bambine? Perché non celebrare una messa in suffragio per le anime dei disperati che giacciono in fondo al Mediterraneo? Perché non pregare per le tante vittime innocenti di abusi?”.

 

Ti potrebbe interessare anche: Scontro tra titani in Senato: il botta e risposta Salvini-Toninelli tra insulti e assurdità