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Alessandro Baricco dopo la malattia: “La mia vita è cambiata”

Alessandro Baricco rilascia una lunga intervista a Repubblica dove racconta anche la drammatica esperienza vissuta a causa della grave malattia che lo ha colpito. Ormai sono passati alcuni mesi dall’annuncio della leucemia e dal successivo trapianto, ma Baricco sembra in gran forma. In libreria è appena uscito il suo nuovo saggio intitolato La Via della Narrazione. E lo scrittore sarà presente anche al Festivaletteratura di Mantova.

Alessandro Baricco

“Non pensavo di essere così in forma. Ho scelto Mantova per ricominciare. Mi sembrava un bel posto per ripartire, è un festival a cui sono molto legato”, rivela un fiducioso Alessandro Baricco al giornalista di Repubblica. “L’annuncio della malattia ha scatenato un’ondata incredibile di affetto. Se lo aspettava?”, gli domanda il cronista. “Mi ha molto stupito, è stata una sensazione bellissima. È strano, attraversiamo vite intere, anche professionalmente parlando, senza sapere in realtà che cosa abbiamo scatenato. Ci sono alcuni regali che quest’esperienza mi ha fatto: sicuramente uno è questo”, replica lo scrittore.

 
Il giornalista curioso gli chiede quali siano gli altri regali. “Eh me li tengo per me. – replica sorridendo Alessandro Baricco – Non è il caso di parlarne più di tanto ma francamente l’ho trovata un’esperienza fantastica. Posso dire ufficialmente che sono un uomo molto fortunato, perché sono qua che mi preparo per andare a parlare a Mantova”.

Ho aperto un mio profilo Instagram per un anno durante la scrittura di The Game, ma scaduto l’esperimento con grande felicità l’ho chiuso. Proteggo la mia vita”, aggiunge poi ammettendo la sua poca dimestichezza con i social network. “La malattia però l’ha annunciata in Rete”, lo bacchetta il giornalista. “Certo, ogni tanto devi dare una grande notizia e la dai. Ma quello non è il mio ritmo, ho un senso della privacy, della riservatezza che custodisco”, si schermisce Alessandro Baricco il quale poi promette che “forse tra vent’anni scriverò la storia di un postino viennese del 1921 e là dentro ci sarà quello che ho vissuto, chissà”.

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