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Pd, lo sfogo di un big: “Partito di miserabili”

L’inchiesta Qatargate in corso a Bruxelles, in Belgio, rischia di spaccare il Pd. Anche se ufficialmente nessun attuale esponente del Nazareno è coinvolto nell’indagine dei magistrati belgi, i nomi usciti finora, come quello di Giuseppe Panzeri, sono legati a doppio filo a quell’ambiente. E così, invece di difendere a spada tratta gli indagati, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, decide di far saltare il banco. Secondo il governatore campano, insomma, quello di cui fa parte sarebbe un partito guidato da “un gruppo dirigente di miserabili”.

Pd spaccato, De Luca contro tutti

Dall’inchiesta Qatargate sulle presunte tangenti intascate da parlamentari europei emergono “cose che indignano, vergognose”. Così si esprime il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. “Al di là dell’indignazione per la corruzione, quello che mi colpisce di più rispetto al Pd è la verifica che questo partito per 15 anni è stato nelle mani di un gruppo dirigente di miserabili, al di là di questa vicenda da sola, che è una vicenda singola su cui interverranno i giudici”, queste le parole durissime utilizzate da De Luca contro i suoi compagni di partito.

Vincenzo De Luca precisa poi che si tratta di “miserabili sul piano politico”. Secondo il governatore campano, infatti, il gruppo dirigente Dem “è costituito al 99% da presuntuosi e all’1% da totali nullità politiche, salvo qualche rarissima eccezione. E la cosa che indigna ancora di più è che quelli che hanno governato questo partito per 15 anni continuano a dare le carte, a fare interviste e ad assumere incarichi, pur essendo totalmente al di fuori della società italiana, anime morte”, conclude l’ex sindaco di Salerno.

Solo due giorni fa, il focoso esponente del Pd aveva annunciato durante una diretta Facebook che “il ministro dell’Interno ha convocato i comuni di Napoli, Roma e Milano per affrontare il tema degli episodi di delinquenza giovanile. La violenza giovanile è diventata davvero un’emergenza nazionale, alimentata in parte dai social e dai modelli culturali che si sono diffusi negli ultimi anni”.

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