Vai al contenuto

L’ultimo messaggio del combattente italiano in Siria: “Muoio per una giusta causa”

33 anni, nato nella provincia di Firenze il 13 febbraio 1986 e unitosi alle milizie curdo-arabe delle YPG un anno e mezzo fa. Nome di battesimo Lorenzo Orsetti, nome di battaglia Tekoser. Un combattente italiano in Siria, ucciso dai militanti dell’Isis a Baghouz. L’annuncio della sua scomparsa è arrivato via Telegram ed è stato dato dallo Stato islamico, che ha condiviso la foto del ragazzo e i suoi documenti insieme a un messaggio del ragazzo stesso.

“Ciao, se state leggendo questo messaggio è segno che non sono più a questo mondo. Beh, non rattristatevi più di tanto, mi sta bene così; non ho rimpianti, sono morto facendo quello che ritenevo più giusto, difendendo i più deboli, e rimanendo fedele ai miei ideali di giustizia, eguaglianza e libertà. Quindi, nonostante questa prematura dipartita, la mia vita resta comunque un successo, e sono quasi certo che me ne sono andato con il sorriso sulle labbra. Non avrei potuto chiedere di meglio”.Il messaggio è stato rilanciato da altri combattenti italiani: “Vi auguri tutto il bene possibile, e spero che anche voi un giorno (se non l’avete già fatto) decidiate di dare la vita per il prossimo, perché solo così si cambia il mondo. Solo sconfiggendo l’individualismo e l’egoismo in ciascuno di noi si può fare la differenza. Sono tempi difficili, lo so, ma non cedete alla rassegnazione, non abbandonate la speranza mai! Neppure per un attimo”.Intervistato nei mesi scorsi dalla testata Tpi, Lorenzo aveva raccontato come si fosse unito alle YPG perché credeva nella rivoluzione che la popolazione del Rojava stava portando avanti. “Volevo vedere la rivoluzione con i miei occhi, capire come si fa, cosa riesce e cosa no. Inoltre mi sembrava la cosa giusta: c’erano diversi ideali che mi attraevano e nei quali mi riconosco, come quelli di autogoverno e organizzazione dal basso”.

Giovanardi continua a dimostrare quello che è: “Di cosa dovrei chiedere scusa? Cucchi è morto per droga”