Vai al contenuto

L’ultimo saluto a Giovanni Custodero, il guerriero sempre armato di sorrisi

Ha commosso l’Italia con la sua storia dura, drammatica, ma anche con la sua voglia di combattere, il sorriso sempre in volto come la più forte delle armi contro le difficoltà che la vita gli poneva di fronte. Alle 15 del 13 gennaio 2020 andrà in scena l’ultimo saluto a Giovanni Custodero, nella chiesa di Santa Maria del Carmine a Pezze di Greco, nel comune di Fasano. Il ragazzo, 27 anni, ha perso la sua battaglia contro un sarcoma osseo ma ha lottato sempre, fino alla fine. A dargli addio ci saranno migliaia di persone, come tantissime sono stati i messaggi di vicinanza arrivati alla sua famiglia da tutta Italia.

Giovanni era stato costretto ad affrontare un lungo calvario, che lo aveva visto prima lottare coraggiosamente, senza mai perdere la voglia di scherzare, e alla fine arrendersi, fiaccato dal dolore continuo, chiedendo di farsi sedare alla fine delle feste natalizie, periodo che aveva trascorso insieme alla famiglia e ai suoi più cari amici. “Troppo forte il dolore” aveva scritto in un post su Facebook spiegando la sua decisione di entrare in coma farmacologico.Francesco Zaccaria, sindaco di Fasano, ha proposto di intitolare a Giovanni Custodero il nuovo palazzetto dello sport della città.”Sarebbe il ringraziamento più giusto da parte della città, sarebbe il messaggio più bello: l’insegnamento di Giovanni non morirà mai”. Il primo cittadino ha spiegato: “Giovanni Custodero è diventato in questi anni il simbolo di quanti lottano ogni giorno contro la malattia e la sofferenza, con una forza d’animo che è di esempio per tutti”.Giovanni aveva scoperto la malattia nel 2015, all’età di 23 anni, quando aveva iniziato ad avvertire un gonfiore alla caviglia sinistra mentre giocava a calcio come portiere nel Cocoon di Fasano, la sua squadra. Un anno dopo la scoperta: una rara forma di sarcoma osseo in stadio avanzato. A quel punto la decisione di farsi amputare l’arto fin sotto il ginocchio, pur di continuare a vivere e godersi i momenti insieme agli amici, la fidanzata e la famiglia. Poi un lungo calvario di cure, fino alla decisione di arrendersi di fronte al dolore continuo, sempre più forte.

Addio Giampaolo Pansa, giornalista e scrittore che segnò la storia d’Italia