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Armi all’Ucraina, Carfagna stoppa Conte: “Voto in Parlamento non necessario”

Non c’è bisogno di un voto in Parlamento per decidere di inviare altre armi all’Ucraina. Così Mara Carfagna sbatte la porta in faccia alle richieste avanzate dal leader del M5S, Giuseppe Conte, nei confronti del presidente del Consiglio Mario Draghi. Il ministro per il Sud e la coesione territoriale rilascia un’intervista a Repubblica dove ribadisce di essere totalmente dalla parte di Draghi e contro una possibile riedizione dell’asse tra lo stesso Conte e il segretario della Lega Matteo Salvini.

Mara Carfagna e Giuseppe Conte

“Il voto in Parlamento sulle armi all’Ucraina non è necessario. – mette subito in chiaro Mara Carfagna – Le scelte di questa portata si riesaminano in Parlamento solo se succede qualcosa di radicalmente nuovo, non certo perché qualche partito ha cambiato idea o cerca una vetrina. – ecco la stoccata a Conte – È ovvio che sono per la pace e contro le armi. Ma se non fornissimo armi a Kiev la Russia raderebbe al suolo l’Ucraina e al tavolo della diplomazia non si parlerebbe di pace ma di capitolazione, di resa senza condizioni”.

“Mi sembrerebbe davvero singolare (un riavvicinamento tra Salvini e Conte). – risponde poi a una domanda sui leader di Lega e M5S – Il governo gialloverde è esistito, ha fallito su tutta la linea ed è caduto dopo un anno, credo senza grandi rimpianti degli italiani. La premiership di Draghi è stata una vera risorsa per l’Italia nel biennio più drammatico dal dopoguerra a oggi”, sottolinea al contrario Carfagna.

Foto Vincenzo Livieri – LaPresse 23-05-2018 – Roma Politica Assemblea annuale di Confindustria. Nella foto Mara Carfagna P31-05-2018- Rome News Confindustria assembly. In the picture Mara Carfagna

“Ma la sua eredità più preziosa è un’eredità di metodo, che dovremmo cercare di non disperdere. – prosegue Mara Carfagna – La capacità, in momenti di crisi molto ardui, di sacrificare interessi particolari per ottenere soluzioni utili all’interesse nazionale. Insomma, smetterla di far politica usando i problemi per piantare bandierine anziché affrontarli e risolverli”, conclude il ministro berlusconiano.

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