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“Cosa ho imparato dal Covid: vi racconto le mie ore in ospedale e le grida dei pazienti”

“Nelle undici ore che ho vissuto al reparto Covid del Policlinico Gemelli, ho visto tante persone ricoverate. Ho sentito tanti pazienti piangere e gridare di dolore”. Inizia così il racconto di Massimo Giannini, direttore de La Stampa, risultato positivo al Covid e ricoverato nell’ospedale romano. “Ho parlato con medici e infermieri, che mi hanno raccontato quanto stiano crescendo i ricoveri urgenti e come si stiano riaprendo le terapie intensive. Penso che qualche ora di visita in questi luoghi in cui si continua o si ricomincia a soffrire farebbe bene a ognuno di noi. Sarebbe una lezione utile”.

Undici ore trascorse al reparto Covid del Policlinico romano Gemelli, tra i ricoverati e la paura del coronavirus. Massimo Giannini nel suo editoriale sul quotidiano da lui diretto racconta “La lezione che imparo dal Covid”. Sabato i primi sintomi: tosse, mal di gola, dolori al torace. Domenica: la conferma in ospedale con il tampone che ha dato esito positivo, i polmoni per ora non sembrano essere intaccati. Subito è scattata la quarantena con la terapia domiciliare da seguire.

“Di fronte alla drammatica impostura dei negazionisti – scrive Massimo Giannini – e alla cinica disinvoltura dei riduzionisti. Di fronte all’insofferenza degli imprenditori e all’indifferenza dei giovani verso le restrizioni imposte dalle autorità politiche. Di fronte a un pericolo mortale: che scenda il Grande Oblio sulla tragedia che abbiamo vissuto tra marzo e aprile, sui diecimila morti soli senza l’ultima carezza e sugli ‘eroi in corsia’ che hanno dato la loro vita per salvare quella degli altri”.

“Il governo – spiega ancora Massimo Giannini – sta per varare un nuovo Dpcm, nella logica da ‘stato di eccezione’ che abbiamo imparato a conoscere da mesi. Un sacrificio doloroso, ai limiti della costituzionalità. Ma necessario, a condizione che finisca il disordine legislativo tra governo e regioni e che le scelte fatte e quelle da fare si discutano nell’unico luogo in cui si esercita la volontà del popolo, cioè il Parlamento”. E infine l’appello del direttore: “Qualche ulteriore rinuncia adesso, forse, servirà a evitare un rovinoso lockdown dopo. Facciamola, tutti insieme”.

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