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Russia, morto “accidentalmente” il medico che curò Navalny dopo l’avvelenamento

Altro mistero. Altra vicenda che sa tanto di film di spionaggio ma che purtroppo è realtà. Sergey Maximishin, il medico russo che ha curato Alexey Navalny dopo l’avvelenamento da Novichok, la scorsa estate, all’ospedale di Omsk, è morto “improvvisamente” a 55 anni. Ed è questo “improvvisamente” e la mancanza di motivazioni certe che alimenta i sospetti verso il governo russo. Lo rende noto lo stesso ospedale con una dichiarazione riportata dalla Cnn, senza rendere note le cause del decesso.

“Con rammarico, vi informiamo che il vice capo medico per l’anestesiologia e la rianimazione dell’ospedale di emergenza №1, assistente del dipartimento dell’Università statale di medicina di Omsk, dottore di ricerca in scienze mediche Maksimishin Sergey Valentinovich è improvvisamente morto”, si legge nella dichiarazione dell’ospedale, che non ha menzionato una causa di morte. Maksimishin Sergey Valentinovich era considerato uno dei migliori medici della struttura ospedaliera.

Alexei Navalny si trova ora in carcere dopo la condanna giunta lo scorso martedì al culmine di un processo lampo in cui per l’oppositore di Putin erano stati chiesti 3 anni e mezzo di carcere per aver violato le condizioni sulla libertà condizionale in seguito a una condanna del 2014. Si tratta del periodo in cui il dissidente è volato in Germania per diversi mesi proprio in seguito all’avvelenamento ordito dai servizi segreti russi.

Dopo le prime cure ricevute in Russia, proprio dal medico Sergey Maximishin, il dissidente Navalny era giunto nel paese europeo per farsi curare, paese dal quale poi ha deciso di rientrare. Appena arrivato in Russia, Navalny è stato arrestato e il suo fermo aveva scatenato proteste violentissime nelle maggiori città russe. Il sospetto maggiore, ora, è che la morte del medico non sia così accidentale…

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