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“Meloni si è arresa alle richieste dell’Ue”: così il governo ha dovuto chinare il capo

Una mezza promozione o una mezza bocciatura, a seconda di come la si vuol vedere, quella arrivata dall’Unione Europea nei confronti del governo Meloni. Con Palazzo Chigi che ha fatto sapere di aver ricevuto una sorta di “aut aut” da parte della Commissione: il semaforo verde arriverà in cambio di qualche cambiamento nella manovra e nelle misure collegate. In particolare, secondo le indiscrezioni riportate da Repubblica, le voci sulle quali mettere mano sarebbero pos, limite al contante, condono fiscale, pensioni. Almeno su alcune, Giorgia Meloni sarà costretta a fare un passo indietro. (Continua a leggere dopo la foto)

Meloni in queste ore ha fatto buon visto a cattivo gioco, sostenendo che sia andata “meglio del previsto”. Aggiungendo poi: “I rilievisono semplici valutazioni su singoli provvedimenti, indicazioni non vincolanti. Quello che conta è il giudizio complessivo, ed è positivo”. Con una sottolineatura: “L’Italia è fra gli undici promossi su 20 Paesi presi sotto esame”. (Continua a leggere dopo la foto)

Almeno su due punti, però, la manovra dovrà cambiare. Il limite sopra il quale il commerciante è obbligato ad accettare pagamenti elettronici andrà rivisto e passerà, con tutta probabilità, dai 60 euro sbandierati in questi giorni a un massimo di 30-40. Interventi previsti anche sul fronte pensioni, con quota 103 che non sembra in discussione. Opzione Donna, invece, sarà rivista. (Continua a leggere dopo la foto)

Non si tratterà di modifiche clamorose, tutto sommato. Ma il segnale mandato da Bruxelles è chiaro e pone dubbi sul futuro dell’esecutivo. Difficilmente, nei prossimi mesi, le maglie dell’Unione Europea si allargheranno per aumentare i margini di manovra. Resta inoltre il nodo delle pensioni minime da 600 euro, battaglia di Berlusconi che però è destinata a sua volta a scontrarsi con le disponibilità finanziarie.

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