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Microcriminalità, perché le borseggiatrici non vanno in carcere?

Perché le borseggiatrici non vanno in carcere? Fa molto discutere in questi giorni la vicenda del gruppo Facebook, ma anche di alcuni network, che pubblica foto e filmati di scippi e rapine a Roma e Milano. Tanto da aver attirato le attenzioni di una consigliera del Comune di Milano, in quota Partito democratico, Monica Romano. La consigliera ha definito quella gogna social alla stregua di una violenza. Ma la rabbia dei cittadini molestati da questa forma di microcriminalità non trova spesso sfogo nelle politiche di sicurezza e nella giustizia a garanzia dei cittadini. Ecco spiegati, in parte, i motivi di questa mancanza.
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Borseggiatrici a Milano, ecco perché non vanno in carcere
Un frammento del video di un borseggio a Milano

Ecco perché le borseggiatrici non vanno in carcere

L’articolo 146 del codice penale stabilisce il differimento della condanna per le donne incinte o che hanno figli entro il primo anno di vita. Molto spesso i criminali che organizzano queste attività illecite lo sanno e sfruttano queste caratteristiche. A spiegarlo è Gianni Santucci sul Corriere. Nel caso di un arresto di persone con le caratteristiche descritte, infatti, il giudice è costretto a sospendere la pena. Ecco perché le persone si infuriano, facendo notare che spesso le ladre fermate il giorno prima, sono già libere il giorno dopo.

Ma, si chiede Santucci: “Le giovani borseggiatrici si trovano sempre in condizione da beneficiare del ‘differimento pena’? Quasi sempre è così”. E questo accade perché chi le ingaggia, o meglio le sfrutta, sa benissimo come funziona la legge. E cosa succede alle pene? “Di fatto restano congelate”. Santucci fa riferimento al caso-limite di una donna di 26 anni di Milano che aveva accumulato 25 anni di cumulo pena.

Quando una borseggiatrice, già condannata con pena sospesa, commette un nuovo reato, affronta un nuovo processo, che porterà a una condanna che si cumulerà alle altre. Se è in condizioni di scontarla, lo farà comprendendo le pene pregresse. Per eseguire la condanna sospesa, comunque, non sarà necessario essere colte in una nuova flagranza. A un controllo delle forze dell’ordine basterà che siano cessate le condizioni che avevano portato alla sospensione.

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