C’è un’Italia che guarda l’Europa negli occhi e mette mano alla pistola, pronta a un duello in stile Mezzogiorno di Fuoco e decisa ad andare fino in fondo. E un’altra che fa invece i salti mortali per trovare una mediazione con Bruxelles ed evitare una crisi dalle conseguenze potenzialmente devastanti sui mercati. A questa seconda schiera appartiene Enzo Moavero Milanesi, ministro degli Esteri pronto a indossare i panni di uomo della provvidenza e dare il via a una serie di sfiancanti trattative con l’Ue. Una figura che, d’altronde, fin dal suo insediamento a rappresentato un elemento di continuità in seno a un governo, quello gialloverde, nato per spazzare via e ricostruire. Al punto da essere considerato, come scriveva il Sole 24 Ore, “un alter ego di Mario Monti”, di cui era stato ministro senza portafoglio per gli Affari europei.
Riconciliare Roma e Bruxelles è comunque impresa titanica. Per farlo, servono garanzie da mettere sul piatto. Innanzitutto sul famigerato deficit al 2,4% che tanto spaventa i mercati e che, nelle intenzioni di Moavero Milanesi e Tria, andrà presentato come un male necessario per far ripartire l’economi italiana, da rimodulare però nel 2020 e 2021. A seguire, una netta distanza da tutte le personalità che parlano di uscita dall’euro, scenario da cancellare definitivamente dalla bocca di ogni esponente del governo. Grazie a queste iniziative, si arriverebbe a riconquistare la fiducia dei mercati scongiurando quelle tempeste tanto paventate (e già avvertite) nelle ultime ore. Un piano che piace molto a Mattarella e nel quale Moavero Milanesi è pronto a giocare il ruolo di assoluto protagonista.Urla, insulti e poi il dietrofront: manovra, alla fine il governo accontenta l’Europa