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Morte Roberto Maroni: la storia dell’ex segretario della Lega

La notizia della morte di Roberto Maroni sta provocando infinita tristezza e cordoglio nel mondo politico e giornalistico. L’ex segretario della Lega infatti era stimato ed apprezzato non solo dai suoi compagni di partito del Carroccio, ma anche dai suoi avversari. Lo testimoniano le decine di messaggi di esponenti del centrosinistra che in queste ore si stanno moltiplicando sui social e sugli organi di stampa. Ma chi era Maroni? Un breve riassunto della sua vita può aiutare a capire chi fosse veramente.

Roberto Maroni

Roberto Maroni era nato a Varese il 15 marzo del 1955. Aveva dunque 67 anni quando è spirato nella sua casa nel Varesotto dove risiedeva in maniera stabile già da qualche mese. L’ex numero uno della Lega era infatti malato da tempo. Malattia grave che lo aveva costretto a rinunciare alla candidatura a sindaco della sua città.

Ha ricoperto il ruolo di Segretario federale del Carroccio dall’1 luglio 2012 al 15 dicembre 2013. È stato anche ministro dell’Interno nei governi Berlusconi I e Berlusconi IV, risultando così il primo ministro dell’Interno non democristiano della storia repubblicana. È stato anche per due volte ministro del Lavoro nei governi Berlusconi III e IV. E, infine, presidente della Regione Lombardia dal 2013 al 2018.

Roberto Maroni era sposato e aveva due figli. Laureato in giurisprudenza e avvocato, è stato anche responsabile dell’ufficio legale di una nta multinazionale americana. Di lui si ricorda anche la passione sfegatata per il calcio, ma soprattutto per il Milan, la sua squadra del cuore. Stessa passione che aveva per la musica che lo aveva portato a suonare il sassofono in una band.

Faceva parte della Lega fin dai primi momenti della sua fondazione, quando ancora si chiamava Lega Lombarda, e rimase al fianco dell’allora segretario Umberto Bossi per molti anni nel ruolo di suo braccio destro. Divenne per la prima volta deputato nelle elezioni politiche del 1992, eletto nella circoscrizione Como-Sondrio-Varese. Ma è nel 1994, alla sua seconda elezione alla Camera, che diviene vicepremier e ministro dell’Interno del primo governo guidato da Silvio Berlusconi. Altro episodio della sua carriera politica da segnalare è la condanna subita nel 1998 per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale per gli incidenti avvenuti a Milano in via Bellerio davanti alla sede della Lega Nord nel settembre 1996. In quell’occasione si narra che morse il polpaccio di un poliziotto.

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