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Moscopoli, i “non so”, “è gossip” e “non capisco” di Salvini sono gravemente ridicoli

L’inchiesta partita da L’Espresso e approfondita da BuzzFeed ha esposto Salvini e la Lega a una polemica che rischia di avere strascichi importanti dal punto di vista politico. Un caso alimentato anche dalla linea tenuta in questi giorni da Matteo Salvini, che verte sulla minimizzazione dell’inchiesta, ma soprattutto del peso e del ruolo di Gianluca Savoini sia all’interno della Lega che nei rapporti con gli ambienti politici e produttivi della Russia putiniana.

Quello che sta facendo e dicendo Salvini è semplicemente ridicolo: anche di fronte a prove inconfutabili, come foto, post insieme, comunicati e interviste, continua a dire che Savoini non sa chi sia. Il ministro dell’Interno si è spinto a sconfessare il suo decennale rapporto di amicizia con Savoini e a dire di non sapere il motivo per il quale il presidente della associazione Lombardia-Russia fosse presente agli incontri istituzionali riservati, alle cene di rappresentanza e alle visite ufficiali in Russia.

Linea che lascia perplessi tutti, non solo giornalisti e analisti, ma anche gli stessi membri della Lega, come filtra da qualche intervista o timida dichiarazione. Ci sono decine di foto di Savoini al seguito di Salvini, non solo nelle principali uscite pubbliche in Russia. Ci sono interviste e dichiarazioni pubbliche di Savoini nelle quali parla chiaramente “a nome della Lega” e dice “la nostra linea”. E si presenta come fiduciario del ministro dell’Interno.

Ci sono documenti che provano la partecipazione di Savoini a meeting di grande rilevanza. C’è una mail che testimonia come l’invito a forum e cena per l’incontro di Roma con Putin sia partito dagli uffici del vicepresidente del consiglio. Ci sono riscontri della sua presenza a incontri riservati, nei quali si sono gettate le basi di quella che lo stesso presidente russo Putin considera un’alleanza politica fra Russia Unita e Lega.

La linea di Salvini fa acqua da tutte le parti. I vari “non conosco”, “non so”, “non capisco”, sono imbarazzanti. Il problema è che Salvini, ricordiamolo, è vicepresidente del consiglio e ministro dell’Interno. Ha anche detto di voler rendere pubblica la lista di tutte le persone presenti nella sua delegazione, chiarendo ruoli e scopi. Ma ovviamente non lo ha ancora fatto, né lo farà mai.

Insomma, l’infallibile Salvini stavolta si è cacciato in un vicolo cieco e si ostina a non dare chiarimenti necessari, ineludibili. E il bello è che nel sonno totale della popolazione può anche permetterselo. Agli italiani va bene così, l’importante è che gli dia qualche immigrato o qualche Ong con cui sfogarsi. Tutto il resto, cantava Califano, è noia.

 

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