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Il governatore Musumeci: “Vietati i rientri in Sicilia per tutto maggio”

Il governatore della Sicilia Nello Musumeci ha deciso di prendere una precauzione estrema per evitare nuovi contagi sull’isola. Devono averlo scosso le notizie dei treni e degli aerei già completamente pieni per il rientro da Nord verso Sud in vista del 4 maggio. “A mio avviso la blindatura deve restare per tutto il mese di maggio”. Il presidente della Regione Nello Musumeci mantiene la linea inflessibile sul rientro in Sicilia di chi si trova oltre lo Stretto: intervistato da La7, il governatore annuncia che la blindatura dei confini regionali – a eccezione di chi deve tornare nell’Isola per motivi di lavoro – durerà ancora per quattro settimane.

“Io penso – dice il presidente della Regione ripreso da Repubblica – che il mese di maggio debba servire a monitorare la situazione del coronavirus in Sicilia. Speriamo di arrivare a contagio zero”. L’ordinanza firmata giovedì, del resto, va proprio in questa direzione. Dopo aver chiesto – e ottenuto – che la ministra dei Trasporti Paola De Micheli confermasse le limitazioni sui trasporti, Musumeci ricorda che il decreto ministeriale “consente l’accesso nell’Isola esclusivamente agli appartenenti alle forze dell’ordine e alle forze armate, agli operatori sanitari pubblici e privati, ai lavoratori pendolari o per comprovate esigenze di lavoro, gravi motivi di salute e situazioni di necessità”.

Chi arriva nell’Isola, comunque, è tenuto a registrarsi sul sito www.siciliacoronavirus.it e a rimanere in isolamento fino a quando, dopo 14 giorni, un tampone non ne avrà accertato la negatività. Fanno eccezione i lavoratori, dalle forze dell’ordine agli autotrasportatori: i pendolari, però, dovranno comunque comunicare l’ingresso nell’Isola alla Protezione civile scrivendo a [email protected] e dovranno osservare alcune regole precauzionali, incluso un monitoraggio costante delle condizioni di salute.

“Chi vuol venire in Sicilia – dice infine Musumeci – sa che deve spostare di qualche settimana il rientro previsto nella sua agenda. Per ora chiediamo di restare chiusi, blindati”. Da giugno si vedrà. Intanto sui social soprattutto gli studenti fuori sede avanzano le loro proteste, dicendo che il rientro non è una bizza, ma molto spesso è obbligato, visto che i lavori sono interrotti e le università chiuse e se si resta al nord c’è comunque un affitto da pagare.

 

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