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“Non mi dimetto”: strage di Bologna, ancora bufera sul portavoce del Lazio

Polemiche sulla strage di Bologna, ancora bufera su Marcello De Angelis, portavoce della Regione Lazio. In occasione del quarantatreesimo anniversario della strage di Bologna, lo scorso 2 agosto, il politico aveva espresso su Facebook il suo rammarico per una verità negata. In sostanza, De Angelis non è d’accordo sulla matrice neofascista dell’attentato, accertata dalla magistratura. “So per certo che con la strage di Bologna non c’entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Non è un’opinione: io lo so con assoluta certezza. E in realtà lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e ‘cariche istituzionali’. E se io dico la verità, loro – ahimè – mentono”. Così aveva scritto De Angelis, scatenando le ire dell’Anpi, delle altre associazioni di vittime, sconfessando in qualche modo l’intervento del presidente Mattarella e provocando l’intervento di Elly Schlein. Che ha chiesto sia le dimissioni dalla giunta regionale che l’intervento di Meloni. Niente di tutto questo è avvenuto o avverrà. Anzi, De Angelis rincara la dose con un nuovo post su Facebook.
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Da sinistra: Marcello De Angelis, Francesco Rocca (presidente Regione Lazio), Giorgia Meloni

Strage di Bologna, ancora bufera sul portavoce De Angelis

Le frasi sulla strage di Bologna non placano la bufera sul portavoce De Angelis. Al silenzio istituzionale, già prevedibile dopo le dichiarazioni di Giorgia Meloni che “dimenticavano” la menzione della matrice neofascista, ha fatto seguito un nuovo post dell’attuale portavoce della giunta di destra presieduta da Francesco Rocca.
“Come ogni libero cittadino di questa Nazione, ho esercitato il diritto di esprimere la mia opinione su un evento sostanziale della nostra storia, fondata su decenni di inchiesta svolta come giornalista e parlamentare. E certo, non lo nego, animato dalla passione di chi ha avuto un fratello morto, vittima di uno degli accertati depistaggi orditi per impedire l’accertamento della verità, con l’utilizzo della falsa testimonianza del massacratore del Circeo Angelo Izzo. E quindi con il diritto personale e familiare di chiedere di approfondire ogni analisi finché non sia dissipato qualunque dubbio. Ho detto quello che penso senza timore delle conseguenze. Se dovrò pagare per questo e andare sul rogo come Giordano Bruno per aver violato il dogma, ne sono orgoglioso”. De Angelis, ex terrorista nero e cognato dell’ex Nar, Luigi Ciavardini, non risparmia nessuno.
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Solo in tarda serata era arrivata una breve nota del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, che ricorda appunto le motivazioni personali che animano De Angelis sulla questione. E che ne “valuterà” l’impatto. Nel silenzio delle istituzioni, che di fatto hanno già portato alla carica rappresentativa un ex terrorista.

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