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In arrivo un Dpcm più duro: si va verso un “lockdown soft” e zona arancione nazionale

I contagi continuano a salire e la situazione si fa di giorno in giorno più preoccupante, per questo il governo sta lavorando a un nuovo Dpcm, più duro dei precedenti che va verso la logica di “lockdown soft”. Il premier tiene il punto e continua a non voler chiudere, a tenere l’ipotesi lockdown ancora il più lontana possibile. Ma la maggioranza preme, così come la realtà dei fatta. Per questo già domenica 25 ottobre, al massimo lunedì 26, potrebbe arrivare il nuovo Dpcm. La speranza del premier Giuseppe Conte di attendere una settimana per un nuovo provvedimento ha dovuto fare i conti con le pressioni che da ieri sono diventate fortissime da parte dei presidenti delle Regioni, a cominciare dalla Campania, e da alcuni ministri, oltre che dagli scienziati che numeri alla mano avvertono che una chiusura più seria del coprifuoco è ormai inevitabile e necessaria.

Il governo pensa a una “zona arancione” nazionale, come riporta La Stampa, così come già avvenuto dall’8 al 12 marzo scorso, prima che il Paese fosse costretto a fermarsi del tutto. Le esperienze di coprifuoco serale imposto nel resto d’Europa non hanno portato altri benefici se non un effetto psicologico sulla popolazione, che certo ha aumentato la percezione del pericolo. Servono dunque misure più efficaci, restrizioni che potrebbero trovare spazio nel nuovo Dpcm a partire dalla chiusura delle Regioni, mantenendo la libertà di spostamento per sole ragioni comprovate di lavoro, studio e ovviamente salute.

E mentre il premier vorrebbe restare fermo sulla sua promessa di evitare fino all’ultimo un lockdown nazionale, si fa strada l’ipotesi di una chiusura più morbida, che mantenga quindi aperte le scuole, fatta eccezione per le superiori che potranno fare un uso più largo della didattica a distanza.

E poi la chiusura di tutte le attività commerciali non essenziali, almeno nel weekend, mantenendo aperte anche quelle dei servizi alla persona, per esempio estetisti e parrucchieri. A dover fermarsi rischiano di nuovo anche palestre e piscine. Tra le ipotesi sul tavolo, c’è anche quella di imporre un coprifuoco a partire dalle 18.

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