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Salvini a Mosca, Orsini lo difende: “Leader coraggioso, sono dalla sua parte”

La notizia del possibile viaggio di Matteo salvini a Mosca per cercare di convincere Vladimir Putin a fare la pace in Ucraina ha sollevato un quasi unanime coro di critiche. Dal premier Mario Draghi, passando per Pd e M5S, fino ad arrivare ai suoi fedelissimi nel Carroccio, tutti si sono opposti più o meno duramente a questa ipotesi. Con una eccezione di rango, quella di Alessandro Orsini. Ospite dell’ultima puntata di Cartabianca, il professore della Luiss stupisce nuovamente tutti schierandosi dalla parte del leader della Lega.

Orsini a Cartabianca

“Io sono dalla parte di Salvini, è un leader coraggioso che sta mettendo in discussione l’asse Johnson-Biden. – questa l’opinione di Alesandro Orsini sul leader leghista – Sta cercando di fare politica, mentre noi siamo piegati davanti alle decisioni di Biden. E questo è un fatto straordinario, Salvini sta cercando soluzioni. Ammiro le persone, come Salvini e Giuseppe Conte, che cercano di fare politica e si muovono. Salvini ci sta facendo capire che se proseguiamo su questa strada tra 20 anni l’Europa sarà un disastro”.

Ma le sue parole fanno saltare dalla poltrona Andrea Scanzi. “Orsini ha forse frainteso Salvini con Churchill o Roosvelt? – ironizza il suo collega del Fatto Quotidiano – Salvini sarebbe andato a Mosca perché è sempre stato putiniano, non certo per fare il mediatore. Voleva far finta di andare a Mosca per recuperare consensi elettorali. Salvini a nome di chi sarebbe andato a parlare con Putin? Nemmeno il governo era stato informato. A che titolo sarebbe andato?”, protesta il giornalista.

Ma Orsini non cambia idea. “Salvini è putiniano? Ho grossi dubbi su questo, era anche un grandissimo ammiratore di Trump. – ricorda il professore – Lui, come altri leader, si sta domandando cosa ne sarà dell’Italia se andiamo avanti su questa strada. C’è della buona fede in lui, la preoccupazione che il nostro Paese possa essere travolto andando avanti con la linea Biden-Johnson”. La chiosa finale spetta ad uno sconsolato Scanzi: “Dov’è il coraggio in un leader che dice alla chetichella, nascostamente, che va a Mosca e poi, quando lo scoprono, dice “non ci vado”? Dov’è la grande visione politica in un gesto di questo tipo?”.

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